Motorcycles policeman
Categoria: trafiletti

C’era una volta il motociclista da sparo, aveva i riccioli sulle gomme e la tuta in pelle di mille colori, compreso quello dell’asfalto, poi arrivò il grande fratello e se lo mangiò in un sol boccone


Forse non è passato tanto tempo o forse è passato quasi un ventennio da quando facevamo su e giù dai passi con moto sportive a vedere chi era quello che aveva più manico, ma oggi di quei grandi branchi non è rimasto molto. Sembra davvero di parlare di qualche animale in via di estinzione dell’Africa, ma in effetti un po’ bestie lo siamo.

Telecamere radar, fonometri a distanza, punta laser fotonico, ormai le forze di polizia hanno a disposizione un armamentario che difficilmente potremo combattere. Fa capolino sulle varie testate la mattanza di motociclisti sulle Alpi del Trentino Alto Adige, nel Bellunese, ma anche su quelle della Lombardia, dove si è arrivati sicuramente a degli eccessi discrezionali che creano solo malumori e contrapposizioni, non insegnano e non educano nessun motociclista, come l’applicazione dell’arbitraria dell’articolo 141 del Codice della Strada, l’obbligo di regolare la velocità di marcia in relazione alla strada, oppure la pericolosa norma dell’Alto Adige che impone solo ai motociclisti su alcune strade la velocità massima di 60Km/h, mettendo seriamente in pericolo la loro incolumità e quella di automobilisti e camionisti impazienti che li sorpassano.

E’ la strana collaborazione tra l’incompetenza della amministrazioni locali con le forze dello Stato, come Carabinieri e Polizia, che in virtù della loro formazione e dell’esperienza, dovrebbero astenersi da dare supporto per lo meno nell’applicare normative arbitrarie o pericolose, creando poi quel fastidioso malumore verso chi vive la giornata per difendere la nostra sicurezza.

Questa guerra la perderemo, la perderemo perché gli apparecchi diventano sempre più diffusi, più autonomi, più evoluti, telecamere che rilevano sia la velocità che il rumore, posizionate ovunque, sulle strade più belle, là dove qualche “pilotoni” fa ancora su e giù, ma anche dove qualcuno fa passare le piccole compagnie di mototuristi per bande di Hell’s Angels.

Queste guerra la perderemo tutti, non solo i motociclisti, la perderanno le case produttrici con i clienti che decideranno di non rischiare più le attenzioni morbose delle forze di polizia, la perderanno le forze di polizia che dopo aver speso la giornata tra delinquenti e spacciatori si attireranno l’odio delle persone per quattro multe che non avevano nemmeno voglia di fare, la perderanno certe zone d’Italia dove oggi i motociclisti sono tra le poche risorse turistiche, ovviamente non parliamo delle ricche e facoltose dolomiti.

Le responsabilità non vanno negate, le abbiamo, quei pochi motociclisti dannosi vanno isolati, sanzionati in base a rilevazioni precise, a norma, in condizioni di reale necessità. Scatenare una guerra ai motociclisti, in una nazione che vanta alcuni dei marchi più prestigiosi al mondo, secondo voi è normale? Sarà Made in Italy anche questo.

 

 
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