In e off
L’asfalto e la terra.
Il primo nero e simbolo di velocità la seconda con varie sfumature, dal grigio della sabbia al marrone scuro di alcune terre, simbolo di libertà e avventura.
Due mondi diversi che a volte s’incontrano, soprattutto quando la Passione rompe i lucchetti dei cancelli che li separano.
Sono sempre stato incapace di derapare sulla terra, altrettanto di sollevare anche solo una ruota, quindi quando vedo questi funamboli saltare come cavallette impazzite inseguendo la moto che sembra sfuggire dalle loro mani rimango estasiato, lo stesso quando le ruote perdono progressivamente aderenza e solo l’abile controsterzo e la giusta dose di gas permettono al pilota di fiondarsi nel successivo tratto di pista.
E’ vero che ormai lo vediamo fare anche su asfalto, ma solo fino a trent’anni fa era pura fantascienza, poi le gomme, arrivo dei motard e forse un allargamento della cultura di base dei piloti hanno portato a questo.
Non a caso molti piloti di campionati su asfalto si allenano su terra e in fuoristrada, segno che il limite dell’aderenza più labile abitua a una maggiore sensibilità.
Probabilmente un ottimo pilota da asfalto non sarà mai un campione nel fuoristrada e viceversa ovviamente, ma altrettanto probabilmente sarà più facile adattarsi alla strada per un amante del tassello che non il contrario.
Molti di noi “normali” hanno iniziato con l’asfalto, di solito per motivi di mobilità urbana che si è trasformata in passione, più raramente s’inizia sulla terra retaggio più passionale e meno utilitaristico, soprattutto da quando le restrizioni ecologiche son diventate nemici acerrimi del fuoristrada.
Eccoli quindi due stili diversi, due approcci diversi alle curve seppur la dinamica delle due ruote sia simile, che sarebbe bello potessero convivere in ogni motociclista per completare la sua sfera di esperienze di guida, il sogno di molti.
Un’unione perfetta di completezza come lo Yin e lo yang…..o meglio l’IN e l’OFF.
Flap
