La chiaroveggenza

Sono trent’anni che vado in moto, guido male, le saponette sono intonse, e spesso sono l’ultimo del gruppo, un po’ perché mi piace un po’ perché quando il ritmo prende a essere fuori dalla mia lenta portata preferisco mantenere il mio passo piuttosto che rischiare.
Eppure sono ancora qua con pochi incidenti e poco gravi, scusate se nel frattempo porto le mani verso arti intime per adeguati scongiuri, questo grazie alla chiaroveggenza e alla capacità interpretativa.
Non sono doti innate e nemmeno ereditari o doni sovrannaturali, semplicemente si sviluppano con l’esperienza.
Soprattutto quando si frequenta il traffico cittadino delle metropoli, dove il pericolo diventa il nostro mestiere.

Proprio qui bisogna saper osservare e guardare lontano, proprio qui si deve interpretare velocemente quello che potenzialmente potrebbe fare un altro utente della strada dai bipedi fino grandi mezzi a più ruote autobus compresi.
A furia di osservare, spaventarsi, madonnare, a volte picchiarci il muso, il nostro istinto prende il sopravvento ed eccoci attenti a cosa fa il conducente dell’auto, se è incerto, se fuma, se telefona, se chiacchiera animatamente col vicino, fino ad arrivare a prevedere la mossa che farà, per esempio svoltare senza freccia.
Impariamo a vedere oltre la fila e prevedere l’uscita di un pedone o di un altro mezzo davanti al furgone che ci toglie la visuale.
Istintivamente rallentiamo quando sul marciapiede vediamo movimenti strani di persone indecise.
Tutte cose ovvie forse, ma solo per chi le sa osservare e si ricorda che siamo vulnerabili e tremendamente invisibili agli occhi di molti.
Alleniamoci, quasi fosse un gioco a indovinare, a debita distanza, cosa farà l’auto che ci precede e quando cominceremo ad azzeccarci spesso, mai fidarsi però fino in fondo, saremo pronti per accedere alla congrega dei Moto-Indovini.
Non è una legge sicura, non è garanzia che ci permette impudenze, ma aiuta a sopravvivere, poi quando il traffico diminuisce, le cose ci sembreranno ancora più facili, ricordandosi però che la velocità aumenta in maniera inversamente proporzionale al traffico.
Uniamo alla sempre immancabile prudenza un pizzico di chiaroveggenza, magari non ne avremo mai bisogno, ma a spesso basta una volta, salvo che non siate di quelli del tipo “ne resterà soltanto uno!”

Flap