“Guida veloce Danzi, non sa il perché, cosà l’ha spinto nella direzione diversa, non credo sbagliata….”
Così scrivevo del libro di Marcello, lo stesso libro che qualche anno fa me l’aveva fatto conoscere.
Un incontro veloce a una presentazione preludio di un susseguirsi di chiacchierate e scambi di opinioni, parlando di moto, ma non solo.
Amante dell’acqua e del blu del mare, quello profondo com’era il suo spirito di osservazione, delicato come un’onda leggera e di una sensibilità eccezionale.
Leggero nei movimenti e nei modi, garbato, quasi fragile.
Era un piacere lasciar scorrere le parole che correvano veloci come il tempo che passava, bastava una pizza sul bordo piscina ed era condivisione.
Scrittore amante del bel scrivere ma soprattutto un uomo di quelli che non inseguono la notorietà, semplice ma non per questo di minor valore, anzi forse la sua grandezza era fatta di fatti, di umanità e disponibilità.
Le moto da lui amate ma non preponderanti, spesso un mezzo trasversale per raccontare di altro, piacevoli compagne di una vita che scorre, vissute senza esagerazione ma con dolci sensazioni da cui traeva racconti capaci di emozionare.
Un colpo al cuore sentire che il suo viaggio ha preso una direzione senza ritorno, la tristezza di non aver avuto il tempo di frequentarlo abbastanza, un senso di vuoto e smarrimento.
Mi rimane il ricordo di una persona di quelle che lasciano il segno e il suo libro che probabilmente riprenderò in mano come estremo saluto.
Buon viaggio Marcello e che la strada ti sia lieve.
Flap