V di 90°
Giro la chiave, un dito sul pulsante di avviamento e la Signora prende vita.
Il suo corpo si scuote a destra e a sinistra seguendo il ritmo del suo cuore, un cuore a due cilindri a V trasversale che vibra con una personalità unica, o meglio non vibra pulsa proprio come un cuore.
Batte al ritmo della manopola del gas che a ogni colpo sembra far spostare il telaio dal suo asse, ma appena le ruote cominciano a scorrere lo scuotersi si confonde con il piacere di andare.
Impossibile fare paragoni con moto che hanno oltre trent’anni di meno, bisogna calarsi nei suoi tempi.
Tempi di prestazioni che cominciavano a crescere, ma ancora lontana dai nostri tempi, adeguate ai telai di quei tempi, alla frenata che permettevano i primi dischi Brembo e alle gomme che sembrano anoressiche modelle rispetto alle panciute coperture attuali.
Eppure si va, eppure si viaggia eppure dopo un po’ ci si adatta a lei e si gode delle emozioni che sa dare.
A poco a poco le curve prendono la forma ideale, la moto si inclina docile a disegnare la traiettoria, snella comincia a danzare con me, il motore è sufficiente per spingermi via dalle curve e dai pensieri, capace di superare auto e tristezza con un colpo di gas.
E’ un guidare diverso da quello a cui sono abituato, un ritorno al passato piacevole e nostalgico al ritmo di due pistoni che ritmicamente mi scuotono mantenendomi vivo.
Un tuffo nel passato per proseguire il viaggio di questo nostro divenire.
Flap