Marc Marquez a Brno
Categoria: Sport

Gara sul circuito di Brno con poche emozioni, la MotoGP deve inchinarsi ancora una volta alla forma e al talento di Marc Marquez, che allunga e consolida in classifica, mentre Andrea Dovizioso ritrova finalmente la via per tornare nelle posizioni che contano. Il resto... è poca cosa.


In una gara segnata ancora una volta dalle polemiche riguardanti il cattivo comportamento, se così lo si può chiamare, di Marc Marquez in pista, sempre più imprigionato nel ruolo di bad boy delle piste, ci pensa proprio il campione del mondo a mettere in chiaro la questione principale, quella sulla quale nessuno per ora prova a obiettare, cioè che chi vince alla fine ha ragione. Questa vittoria di forza e il gesto a fine gara è sembrato quasi voler mettere termine a tutte le chiacchiere, se proprio non si può dare un bel paio di carenate a qualcuno, si vince di forza e il problema è risolto.

Marc Marquez e Andrea Dovizioso

Appare però come una polemica sterile quella contro il campione del mondo, che in pista, talento a parte, scende con gli stessi mezzi di ogni altro pilota e che in pochi, troppo pochi, hanno saputo regolare con la stessa "arroganza" motociclistica. Giusto battagliare e reclamare per un certo fairplay in pista, ma se questo non è supportato da regolamenti e direzione gara, meglio dotarsi dello stesso pelo ruvido e rispondere a tono. Forse qualcuno griderà alla pazzia fomentare l'aggressività in pista, ma si tratta solo di dotare ognuno degli stessi mezzi, coraggio o meno di metterli in pista. Qualcuno lo ha già fatto, come Miller, Iannone, Zarco, Petrucci e il colpevolissimo Rossi per aver buttato per terra Marc Marquez in Giappone, tutta gente con cui Marquez ha qualche accortezza in più. Alla fine meglio pochi reclami, se inutili, e tutti con il coraggio di affrontare a viso aperto chi la pista la intende in maniera più... sanguigna.

Pista che oggi ha consegnato un gran premio macchiato di umido, come l'asfalto del circuito di Brno battuto a tratti dalla pioggia e che oggi ha vissuto una partenza ritardata, e travagliata, per trovare le migliori condizioni su un tracciato che andava asciugandosi.

Alla partenza i giochi si decino nelle prime battute, Marquez tiene quella la testa guadagnata in pole con tanto entusiasmo alla prima curva, ma alle sue spalle invece di Miller o Zarco, si è presenta Andrea Dovizioso, un gradito ritorno del pilota che sarebbe dovuto essere la nemesi dello spagnolo in questo campionato, ma che è stato protagonista di cattive prestazioni ed episodi sfortunati... o come sempre estremamente fortunati per Marquez.

Alex Rins a Brno

Dietro ai due un trenino di piloti che per tutta la gara ha fatto da comprimari, come Alex Rins, Jack Miller, Cal Crutchlow e Valentino Rossi, tornato ad essere oggi il migliore delle Yamaha. La gara ha offerto davvero pochi spunti, se non il forcing espresso da Marquez per cercare di aprire un divario che lo mettesse al sicuro da un Dovizioso tornato in forma, mentre solo nel finale la battaglia per il terzo posto tra Miller e Rins ha offerto qualche sprazzo di spettacolo, terminato con il successo a podio per il ducatista. A poco è servita la prima fila di Zarco, uno sprazzo sulla KTM che ha riportato alla mente le sue prestazioni sulla Yamaha, ma che è durato non più di un giro prima di vederlo sprofondare nelle solite posizioni.

Gara certamente insolita ma che racconta una verità assoluta, tra quello che doveva essere e quello che invece abbiamo per le mani. Doveva essere un confronto tra Marquez e Dovizioso, con queste due posizioni che andavano invertendosi gran premio dopo gran premio, mentre invece abbiamo quello di cui Marquez non vuole sentire parlare, un campionato finito a meno di qualche colpo di scena. Troppa la superiorità del campione del mondo, se non per la velocità dove spesso le vittorie sono di misura, piuttosto nella continuità di risultati che lo rendono una macchina da punti inarrestabile. Il suo avversario ideale? Difficile oggi trovarlo, piloti altrettanto veloci non mancano, piloti altrettanto forti di testa non mancano, le due qualità insieme probabilmente nemmeno uno.

Valentino Rossi a Brno

Su questo fronte fa giusto notizia che il solito Maverick Vinales, capace di mettere a terra prestazioni velocistiche anche migliori di quelle di Marquez, per colpa della Yamaha M1 o della sua testa, sprofondata nuovamente a Brno, troppo altalenante tra le vette della vittoria e i baratri delle posizioni di centro classifica, incolori e inadatte a diventare un grande protagonista come accaduto oggi.

Intanto possiamo guardare positivamente a un Valentino Rossi che tenta di ricostruire un percorso per tornare là dove era a inizio campionato, con una sesta posizione che non entusiasma, ma promettente nel tentativo di uscire da qualche episodio sfortunato e da una cattiva intesa con una Yamaha M1 più capricciosa di un bambino al luna park, capace di essere una macchina da vittoria su alcune piste, poche, e un puledro spento su altre. Quale il problema? Mancanza di feed back corretto dai piloti? Sviluppi sbagliati a Iwata? Valentino e compagnia sperano nei prossimi test.

Esami di riparazione per tutti tra una settimana in Austria, al Red Bull Ring Spielberg dove la Ducati è accreditata per la vittoria, Marquez permettendo.

Wolf

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