Categoria: Sport

Due gare convulse all'insegna delle uscite, delle ripartenze e dei tuffi dal cavatappi che regalano il week end alle Kawasaki, ma specialmente a Tom Sykes che riesce a recuperare 20 punti al compagno, che galleggia comunque lontano. Le Ducati si salvano in Gara2.


Purtroppo per gli appassionati non ha un gran gusto questo week end di Laguna Seca, quello che dovrebbe essere uno degli appuntamenti più attesi e spettacolari del campionato mondiale Superbike, sulla rete Mediaset principale ha più il sapore di una sveltina che di un amplesso di passione vero e proprio. Forse la questione viene vista dall'angolo sbagliato, ma gli spettatori della Superbike andrebbero coltivati come faceva la precedente rete televisiva, che del week end ne faceva un evento, il tentativo di portare il mondo del circuito a casa, invece che l'impossibilitato appassionato sul circuito. Lo spettacolo offerto troppe volte manca di profondità, resta bidimensionale, salvano il tutto quelle rare prove in pista di Max Temporali. Niente riprese del contesto, niente curiosità sul circuito, niente questioni tecniche legate alle moto, niente sui piloti. Niente.



Sta di fatto che questo week end ha sancito ancora di più lo stra-potere delle verdone e il funambolico limite delle Ducati, che tengono il passo ma forse un po' troppo impiccate. Resta evidente a tutti la supremazia di Jonathan Rea anche per quest'annata, lo zero rimediato in Gara2 gli ha quasi fatto il solletico visti i 46 punti che ancora lo vedono distante dal compagno. Tom è diventato sicuramente più consistente, la sua guida resta spettacolare anche senza stracciare le gomme, ma il compagno troppo spesso ha quel guizzo in più che sembra quasi dar l'impressione di divertirsi a giocare al gatto col topo con tanta facilità. E' davvero così? Forse no, gli errori in qualche gara, e in Gara2 a Laguna Seca, dimostrano che anche Jonathan corre al limite, ma per lui fino ad un attimo prima dell'errore sembra straordinariamente facile.

Gare partite all'insegna del quartetto delle due verdone e delle due rosse, con in Gara 1 Chaz Davies e Jonathan Rea a cercare di rintuzzare Tom Sykes, giochetto che sembra poter reggere fino all'impresa magnifica di Chaz che si mette davanti a tutti al giro 4, lo stesso in cui però lo spilungone gallese perde la moto che finisce contro le barriere. Stesso destino per Davide Giugliano dopo 12 giri, un bello zero per Ducati, mentre le due Kawasaki vanno in parata a vincere. Dietro è Nicky Hayden a non tradire le attese del pubblico di casa, Kentacky Kid resiste all'orda barbarica che cerca di insidiare la terza piazza, specialmente quella del compagno van der Mark.



Gara 2 offerta in due riprese, partono ancora bene i 4 in rosso e verde, ma dopo 4 giri il polacco Szkopek cade male e la gara viene fermata. Si riparte per il resto della gara con Davide Giugliano che parte dalla prima casella, viene passato dalle verdone ma con un paio di carenate afferma "ehi c'ero io in testa prima posizione quando ci siamo fermati". Difficile però per il pilota romano restare davanti, i piloti della Kawasaki sono una muta selvaggia, e al cavatappi lo infilano in due. Sembra Rea destinato di nuovo a scappare, ma è più al limite di quanto sembra, esce sullo sporco e fa passare Sykes, scala fino alla decima posizione ma il giro successivo si ferma per noie al motore. Da lì in poi Sykes ha tenuto a bada un ottimo Davide Giugliano, più composto del compagno sulla Panigale che arriva terzo.

Entrambe le gare raccontano di più con quanto accade ai piedi del podio che per le solite quattro. Mentre Nicky Hayden resta in attesa della nuova CBR1000RR, sono Foret e Savadori a confermare sempre di più di essere gli astri nascenti 2016, Savadori cade in Gara 2 ma le sue prestazioni sono assolutamente consistenti, Foret con una Ducati clienti è davvero un talento da sfruttare, converrebbe a Ducati fornire al team Barni materiale ufficiale e puntare sul pilota spagnolo. Anche Canepa ha dato altre conferme, di nuovo più consistente di Lowes, di nuovo senza sella tra poco. Incomprensibile come un team che ha bisogno di vittorie possa indugiare in atteggiamenti campanilistici tenendo piloti più vicini alla manica che al buon risultato.



Delude invece la MV Agusta, lontana, 11°, in Gara1 e ritirata nelle prime battute di Gara2. Un peccato per Camier e la moto varesina sono una bella accoppiata e vorremmo che fossero qualcosa di più che qualche exploit.

Giudizio sulle gare, divertenti fino a quando i 4 si sono dati battaglia, poi è diventato un trenino poco bello e noioso, meglio quelli che seguivano.

Prossimo appuntamento in Germania con la MotoGP settimana prossima.

Wolf

Risultati e classifiche

 

 

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