E' un altro macigno quello scagliato dell'unico pilota ad aver vinto il titolo MotoGP con una Ducati, Casey Stoner, contro la casa di Borgo Panigale sul divorzio con Andrea Dovizioso.
Dopotutto di divorzi di questo tipo il campione del mondo australiano ne sa qualcosa, aveva seguito un po' lo stesso iter del nostro Dovi, lasciando la squadra Ducati con un titolo in tasca, dopo diversi dissapori all'interno del box in seguito anche ad alcuni problemi di saluti avuti durante la stagione 2009.
I particolari di questo divorzio non sono ancora chiari, pendeno ancora molti particolari che non conosciamo e forse non conosceremo, ma di sicuro tra questi ci sono la richiesta economica del Dovi, forse troppo onerosa, e gli sgarbi Ducati che il pilota fa capire di aver subito. Il battibecco che ha però preceduto la gara austriaca tra Gigi Dall'Igna e Andrea Dovizioso la dice lunga sulle barricate opposte sullo sviluppo della moto 2020, commentato così da Casey Stoner:
"E' solo la mia opinione, ma non credo che @DucatiMotor possa permettersi di perdere qualcuno come @AndreaDovizioso. Penso che ad un certo punto debbano rendersi conto che è il pilota, non le gallerie del vento che ottengono risultati, quindi ascoltate loro ..."
Breve e lapidario su una MotoGP che sta prendendo una deriva pericolosa dal punto di vista dello sviluppo della moto, dove le indicazioni del pilota passano in secondo piano, come accaduto di recente a Valentino Rossi.
Ora in molti si interrogano sul futuro di Andrea Dovizioso, un pilota che in molti vedono collocato in squadra che per ora mancano di un pilota di sostanza capace di essere veloce, ma con l'esperienza di affrontare un campionato tutto allo stesso livello. Manca evidentemente a Yamaha, che ormai ha confermato tutte le selle, manca a KTM, che finalmente ha la moto per vincere ma non sembra avere i piloti giusti, e manca forse a Suzuki che continua ad avere un solo team e una terza moto farebbe bene in termine di ati di di performance dei piloti. Ma l'unico team che potrebbe avere la sella libera è Aprilia, la peggior moto del lotto che ha bisogno proprio dell'uomo giusto.
Michele Rubin