Benelli con la sua TRK 502 ha disintegrato ogni legge di mercato mantenendo per anni lo scettro della moto più venduta.
Vuoi per l’ottimo rapporto qualità prezzo, vuoi per la versatilità di un prodotto che unisce un’estetica accattivante ne suo essere Adventure a contenuti che, rapportati al prezzo, sono stati e sono capaci di soddisfare, evidentemente un’ampia fetta dei motociclisti Italiani.
Una delle critiche più frequenti che sono state mosse al bicilindrico da mezzo litro è sempre stata legata alla poca potenza rispetto al peso della moto, soprattutto quando si viaggia carichi e magari in coppia.
Se a questo uniamo il fatto che ormai son passati sette anni dalla prima presentazione forse serviva uno slancio in avanti.
Ecco che la casa di Pesaro dopo averla annunciata e presentata a EICMA 2022 finalmente ha messo sul mercato la TRK 702, come al solito nella doppia versione, stradale e X.
Proprio quest’ultima, dove la X significa la sua vocazione verso l’Adventure, è soggetta alla nostra prova.
LA MOTO
Innegabile che questa grafica, parere personale, tra le tre proposte è sicuramente quella più accattivante che tra l’altro fa apparire ancora più positivamente massiccia la moto, il rosso abbinato al nero su fondo bianco (in realtà è un grigio molto chiaro) decisamente la rendono grintosa e sportiva senza perdere la sua eleganza. I cerchi a raggi e le gomme tassellate Pirelli Scorpion Rally STR poi fanno il resto.
La sella su due livelli e la coda filante che termina con un sempre utile portapacchi fa da contrasto al muso con becco sovrastato da un ampio doppio gruppo ottico e da un piccolo, ma come vedremo efficacie, plexiglass.
I paramani dotati di eleganti supporti in alluminio e gli specchietti dalla forma allungata completano la vista frontale.
Ampio il serbatoio da 20 litri che però è ben rastremato all’altezza delle ginocchia così da proteggere senza infastidire nemmeno nella guida in piedi. Questo si protende in avanti con la copertura del radiatore che ingloba anche le frecce anteriori.
Sul lato destro corre il voluminoso scarico che troviamo comunque ben inserito nella linea della Benelli TRK 702.
Forse la parte meno riuscita è quella sotto al motore con il passaggio dei collettori di scarico che oltre a non essere belli esteticamente sono probabilmente esposti ad urti nell’uso in fuoristrada, una griglia o piastra di protezione avrebbe probabilmente risolto entrambi i “problemi”.
Bello il ponte di comando con blocchetti retroilluminati e un TFF da 5 pollici capace di dare tutte le informazioni necessarie, forse la grafica non è delle più immediate, ma basta poco per abituarsi.
UN PO’ DI TECNICA
Il cuore della Benelli TRK 702 è un moderno bicilindrico frontemarcia a 8 valvole, di 698cc, raffreddato a liquido capace di 70 CV a 8000 giri/min e di una coppia di 79,0 Nm a 6000 giri/min.
La trasmissione è a catena con sei marce ben spaziate e servite da una frizione a cavo decisamente morbida e ben modulabile.
Il cambio, probabilmente per i pochi chilometri della moto in prova e forse per il freddo, non ci è sembrato precisissimo con qualche difficoltà nel trovare la folle.
Il motore è inserito in un telaio a traliccio in tubi con piastre in acciaio su cui lavora la forcella a steli rovesciati da 50mm mentre al posteriore troviamo un forcellone in alluminio con mono ammortizzatore regolabile nel precarico molla, freno idraulico estensione e compressione.
Le ruote a raggi, come già accennato sono ben gommate con Pirelli Scorpion Rally STR, nelle misure 110/80 – 19” e 150/70 – 17”, e montano all’anteriore una coppia di dischi da 320 mm e al posteriore un singolo da 260 mm, tutti dal profilo a margherita e ovviamente serviti da un ABS che ci è sembrato poco invasivo.
Non vogliamo entrare approfonditamente nei dettagli che sono sicuramente più completi sul sito Benelli.
L’ELETTRONICA
Seppur non dotata di aiuti elettronici, ABS a parte, la Benelli TRK 702 ha diversi contenuti moderni a partire dal gruppo ottico full led, come le frecce e la luce posteriore, che offre un design originale ed immediatamente riconoscibile. Il già citato display TFT a colori da 5’’ ad alta risoluzione, oltre a comandare tutte le funzioni legate alla visualizzazione, dispone di una connessione bluetooth per collegarsi al telefono e mostrare le chiamate in ingresso e le notifiche, mentre tramite i blocchetti manubrio sarà possibile aprire e chiudere la chiamata. Scaricando una applicazione sul proprio cellulare e collegandosi tramite wi-fi, sarà possibile trasformare il dashboard della propria moto in un navigatore.
Pratica la presa con USB doppia, normale e tipo C proprio di fianco alla strumentazione.
IN SELLA
La sella a 83,5 cm permette a quasi tutti di toccare a terra abbastanza agevolmente, certo chi scrive che è alto 183 cm di sicuro non fa fatica e comunque anche in sella le gambe prendono una corretta posizione inserendosi bene negli svasi del serbatoio.
Posizione eretta, tipica delle Maxi-enduro, ad impugnare il largo manubrio che permette un ottimo controllo della moto.
Protezione adeguata per le gambe quindi e delle mani grazie ai paramani e buona anche al busto con il piccolo cupolino che però svolge dignitosamente il suo lavoro.
Il peso della moto di circa 235 kg in ordine di marcia non si avverte come tale e bastano pochi metri per sembrare ancora meno.
Rimane la sensazione di un baricentro alto, ma basta farci un po’ l’abitudine, del resto la tipologia di motore e la posizione del serbatoio è quella.
Lo scarico è educato, forse troppo, ma per questo ci sono sempre gli after market…
Il cambio come accennato non ci è sembrato precisissimo, soprattutto nelle prime marce, ma probabilmente dopo un po’ più dei 2000 km che segnano il contachilometri della moto in prova le cose migliorano.
Il motore e pronto e spinge bene, anche se per avere un po’ di adrenalina in più bisogna spingerlo oltre i 5000/6000 giri, da contro ha una buona ripresa a patto di non farlo scendere troppo di giri.
Le gomme tassellate in queste fredde giornate pre invernali ci hanno consigliato di non esagerare con le pieghe e guidare rotondi, ma probabilmente questa guida è la più adatta alla ciclistica della Benelli TRK 702 che scende in piega sincera e precisa. Alzandosi sulle pedane per la guida in fuoristrada si percepisce una buona distribuzione dei pesi che rende la moto amichevole anche in queste situazioni.
Probabilmente le sospensioni e la ruota da 19” non sono perfette per il fuoristrada più impegnativo, ma comunque permettono di cimentarsi tranquillamente nel off-road leggero, soprattutto per le nostre mediocri capacità.
A punto la terna di freni che sono ben modulabili, soprattutto l’anteriore, capaci di spazi di arresto sicuri.
Buona la posizione per il passeggero con una sella ampia e con due solidi appigli a cui aggrapparsi.
Cavalletto laterale facile da azionare e anche sollevare la moto su quello centrale richiede poco sforzo anche se risolta un po’ scomoda la staffa per azionarlo troppo vicina alla pedana sinistra del passeggero.
I consumi sono inevitabilmente superiori alla sorella minore, soprattutto se si insiste un po’ con il gas, ma guidando in normale scioltezza sono comunque vicini ai 20 Km/lt.
PERCHE’ COMPRARLA
Dopo qualche centinaio di chilometri nelle diverse situazioni, autostrada, statali, misto veloce e tornanti di montagna…e un fuoristrada leggero, possiamo considerare questa Benelli un ottimo salto avanti per la famiglia TRK.
Una moto perfetta per l’uso quotidiano, le gite fuoriporta e anche per viaggiare magari montando le borse in alluminio dedicate.
Decisamente concorrenziale il prezzo 7.490€ f.c potendo scegliere tra colorazioni Anthracite Grey e Moon Grey (Quello in prova) ed in serie limitata anche nella colorazione Forest Green.
Per moto ordinate ed immatricolate entro il 30 aprile 2024, il tris valigie Benelli sarà compreso nel prezzo di listino del veicolo.
Il mercato darà le risposte finali, ma ad oggi sembra dare ragione ancora una volta a Benelli.
Foto di Cristina Pertile
Abbiamo usato: Casco Caberg Duke Evo – Giacca Clover Laminator-2 WP – Pantaloni Clover Laminator-2 WP – Guanti Clover Polar WP – Stivali Stylmartin Miles – Intimo SIXS Merinos
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