Lessinia AdvenTOUR 2023
Categoria: La moto in rosa

Quando a Maggio, gli amici del Kerosene Racing Team mi hanno proposto di partecipare alla terza edizione del Lessinia AdvenTOUR 2023 ho accettato con grande entusiasmo! 


Ero reduce dal “CER in Rosa” e questa poteva essere l’occasione buona per mettere in pratica quanto mi era stato insegnato.

Le settimane passano e la data si avvicina, pian piano il mio entusiasmo si trasforma in una sorta di ansia e agitazione. Nella testa mi frullano mille pensieri e domande, una su tutte: “Sarò in grado di affrontare il percorso?”. Cerco di darmi qualche risposta in base all’esperienza fatta in questi anni in fuoristrada e per il resto chiedo consigli a chi ha partecipato alle edizioni passate e a chi condividerà con me questa avventura.
La prima cosa da fare è stare tranquilla e smorzare la tensione.

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Nei giorni precedenti la partenza riordino tutto il materiale necessario e quello che penso mi possa servire: abbigliamento off road con l’immancabile sacca idrica perché farà tanto caldo, portacellulare per seguire le mappe del percorso (il tour è incentrato sulla navigazione), attrezzatura per la moto soprattutto in caso di foratura.

Il grande giorno è arrivato, sabato mattina carico la moto sul carrello e si parte! Condivido il viaggio con Roberta, una delle mie compagne di squadra, e lungo la strada altre mille domande ci assalgono. Mi sono ripromessa di non farmi giocare brutti scherzi dall’agitazione e spero che le risposte, ma soprattutto rassicurazioni e incoraggiamento, arrivino dal resto del gruppo sicuramente più esperto di noi.

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Verso l’ora di pranzo arriviamo alla meta, il Forte Degenfeld di Piovezzano: il gruppo è riunito! Siamo 12 donne iscritte, una quota rosa davvero importante per questa edizione. Ritrovare vecchie amiche e conoscerne di nuove mi rende tranquilla, ci divertiremo sicuramente.
Il sabato scorre veloce sotto le mura del forte tra stand di moto tutte da provare, corsi teorico-pratici di off-road, birra, musica e tante risate.

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Nel pomeriggio Ciro De Carli, l’organizzatore, fa un breve briefing per spiegare il giro di 180 km che affronteremo domenica: consigli sui comportamenti da tenere sulle strade sterrate dato che incontreremo sicuramente ciclisti, pedoni e quant’altro: dobbiamo dimostrare che noi enduristi non siamo una categoria da demonizzare. Ci vengono date altre informazioni sull’uso delle applicazioni per la navigazione (per me è come se mi parlasse in arabo!) e sulle eventuali difficoltà che potremmo trovare lungo il tracciato. 

Conoscendomi, di solito sarei entrata nel panico totale, invece, strano ma vero, sono abbastanza serena… Sarà il fatto che tutto è organizzato nei minimi particolari e soprattutto in totale sicurezza, ma la tranquillità assoluta è data dal fatto che ognuna di noi, soprattutto le meno esperte, avrà al suo fianco un alfiere pronto a dare supporto.

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Vengono formate le squadre e dati gli orari di partenza, cadenzati ogni due minuti. Alle 9.04 per me e la mia squadra formata da Mihaela, Diego e Davide, è GOOO!!!!

Dopo pochi km iniziano le prime semplici strade sterrate che mi fanno riprendere la giusta confidenza con la moto e il terreno, visto che negli ultimi mesi ho guidato solo su asfalto. Per motivi tecnici non riesco ad utilizzare il cellulare per navigare; quindi, mi devo affidare a Diego e Davide per seguire la traccia giusta.

Ormai il ghiaccio è rotto! 

La tappa del mattino di circa 90 km si snoda tra terra e asfalto, tratti più impegnativi nel sottobosco con qualche pietraia che grazie alla mia determinazione ad ai consigli di altri partecipanti supero brillantemente. A tratti abbandono i miei compagni e proseguo sola o seguendo altre moto che trovo lungo il percorso. Tutto ciò però mi porta a non riuscire a fare delle soste per immortalare i bellissimi panorami che mi regala il Parco dei Monti Lessini, zona a me totalmente sconosciuta.

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Percorro l’ultimo tratto per arrivare al punto di ritrovo per il pranzo seguendo la giovane Veronica, che si rivela un’ottima navigatrice e compagna di strada. Sempre attenta a vedere che arrivassi, lei ha un passo più veloce del mio, ma non sembra farsene un problema. D’altronde l’enduro mi ha insegnato che è fondamentale l’aiuto e il supporto reciproco.

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Arriviamo finalmente al rifugio per il pranzo dove i compagni più veloci ci aspettano, mentre l’altra parte del gruppo purtroppo è in ritardo causa problemi alla moto di Mihaela che rientrerà al Forte sul furgone dell’assistenza. 

Dopo un buon piatto di gnocchi, quattro chiacchiere e un po' di relax è giunta l’ora di ripartire, siamo solo a metà del percorso!
Nonostante la stanchezza inizi a farsi sentire, l’entusiasmo mi dà una bella carica e riparto con Federica e Elisa, molto più navigate di me, Flap e Riccardo.

Si prosegue sul secondo tratto della Translessinia, una bellissima strada bianca, facendo attenzione a ciclisti e pedoni come c’era stato raccomandato. Inizio ad “aumentare” la velocità, ma ecco che mi trovo davanti a una discesa con dei canali! Sono troppo veloce, provo a frenare ma la ruota posteriore si blocca e sbando, riesco a tenere la moto, ma sono ancora troppo veloce… freno ancora, altra sbandata e a quel punto preferisco lasciare la moto per evitare conseguenze peggiori. Vedo davanti a me Elisa che da lontano assiste a tutto ciò, la rassicuro che è tutto ok ed io, solo vedendola, sono rassicurata nel non sentirmi sola. A volte basta solo uno sguardo per essere tranquilli.

Ormai non mancano tanti km all’arrivo, ma la stanchezza e il caldo non danno tregua. Ed ecco che mi ritrovo a dover affrontare una ripida e stretta discesa fra gli alberi, quelli davanti a me hanno qualche difficoltà. Mi fermo, respiro e cerco di trovare la giusta concentrazione per affrontare questo tratto, ma niente… Sono rigida e bloccata! L’ansia mi prende, ma devo assolutamente scendere da lì, sembrano attimi interminabili, procedo a passo d’uomo con i freni totalmente tirati, da dietro sento che mi consigliano (giustamente) di lasciar scorrere la moto, ma è più forte di me: ho paura.

Finalmente arrivo in fondo, sono stremata. Non riesco a respirare, per la prima volta in vita mia ho una sorta di attacco di panico… respiro, piango per smorzare la tensione e grazie al supporto morale dei compagni riacquisto lucidità.
In quel tratto ho speso tutte le energie che ancora avevo, voglio guadagnare l’asfalto per andare diretta al traguardo. Con la stanchezza non si scherza e se finora è andato tutto bene, non voglio rischiare di rovinare una bella giornata, in fin dei conti non devo dimostrare nulla a nessuno e sono pienamente soddisfatta di come mi sono comportata.

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Percorro comunque ancora qualche km di sterrato più tranquilla per raggiungere la strada principale e in compagnia di Flap prendo la via diretta per rientrare. Al forte ci aspetta la bandiera a scacchi!

Che dire… Un’esperienza davvero unica, organizzata nel migliore dei modi, nulla lasciato al caso. 

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Paesaggi bellissimi, che rimpiango di non aver immortalato a dovere (un’ottima scusa per ritornare), percorso davvero bello, con qualche tratto impegnativo per il mio livello di guida in fuoristrada che ancora una volta mi ha messo alla prova. Fondamentale è stato il supporto datoci dai nostri alfieri e da chiunque incontrassi lungo il percorso, che ti fanno capire quanta amicizia e solidarietà esista in questa disciplina, senza farti sentire inferiore.
Tanti piccoli consigli di cui far tesoro, da aggiungere al mio bagaglio di esperienza per affrontare serenamente la prossima avventura. 

Parte delle foto sono di www.filippopandin.com - Instagram: @filippopandin.fotografo

MONIKAWA

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