ROBERTO PATRIGNANI
Categoria: Dentro al bauletto

Credo che i libri abbiano un loro potere, una forza, che va oltre trasmettere conoscenza, tramandare storie e raccontare fatti.


I libri hanno qualcosa di magico che smuove l’anima, hanno la capacità di unire, di intrecciare storie in un raffinato macramè.

Quella che voglio raccontarvi è una di queste e parla di Roberto Patrignani, non starò a raccontarvi chi era o cosa ha fatto, probabilmente già lo sapete, nel caso vi lascio qualche breve informazione in calce, questa è la storia di come l’ho conosciuto attraverso i libri.
Tutto parte anni fa quando la mia passione per la lettura mi ha fato capitare tra le mani “Ti porterò a Bray Hill” scritto da quel Roberto Patrignani che, lo ammetto, conoscevo solo per fama e non molto approfonditamente.
Eppure quel libro mi ha stregato, coinvolto con quella capacità di raccontare leggera, precisa e scorrevole, capace di portarti con lui lungo la leggenda del Mountain.

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Tutto rimase lì fermo e immobile finché l’invito di Paola Scarsi a moderare la sua presentazione del libro “La prima Vespa non si scorda mai” mi porta a conoscere Marzia Patrignani.
Si proprio la primogenita di Roberto che in quella serata racconta non tanto l’impresa di suo padre a bordo della Vespa bensì il suo rapporto con quella Vespa e parla del padre solo come una figlia sa fare.

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Ecco che torna di scena un libro, l’ultimo scritto da Roberto Patrignani, “Pane e Chilometri” che mi piacerebbe avere nella mia libreria reso unico, lo so è un altro delle mie fisse, con una firma che lo renda unico.
Così mi permetto di disturbare Marzia chiedendo la possibilità di avere una copia con almeno la sua dedica.
La speranza va oltre l’immaginario e si trasforma in un invito ad andare a prenderlo nella loro casa, così posso anche vedere la Vespa storica del Padre e nel frattempo conoscere anche la madre Connie e il fratello Franco.

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Eccomi allora a bordeggiare il lago di Como su quel ramo tanto caro al Manzoni in direzione Mandello.
Una ripida salita e strade strette finché Marzia, Connie e Franco mi accolgono calorosamente, subito mi colpisce un quadro nel portico, scoprirò poi essere opera di Patrignani. 

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Prima di mostrarmi la famosa due ruote Marzia e Franco mi coinvolgono ad osservare la vista sul Lario che si distende dal giardino, più sotto la fabbrica della Moto Guzzi e la cittadina che per lei è diventata tanto nota al mondo.
Poi è il momento di incontrare la “Sorella” di Marzia, così l’ha presentata Roberto anni fa alla figlia, che riposa accanto alla Rumi 125 e alla Moto Guzzi Airone 250 tanto care al padre, mi sovviene un pensiero che anche mio padre, suo coetaneo, ha avuto le stesse moto, le sue uniche due, e mi fa sorridere la casualità degli intrecci che il destino trama.

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Di fianco a quella che è diventata la foto simbolo del viaggio a Tokio, la Vespa è lì, precisa e conservata esattamente com’è tornata dal viaggio, incredibile se ci si pensa che questo mezzo in quegli anni possa aver compito un tragitto simile.

Potrebbe bastare questo ma Franco e Marzia mi hanno riservato una ulteriore sorpresa, così entriamo nello studio dove Roberto lavorava, un posto magico dove ha raccolto tutti i suoi ricordi di Pilota, dal primo casco a tutti i trofei e una infinità di oggetti che non basterebbe una settimana per osservarli tutti, a capeggiare dietro la poltrona una bellissima Moto Guzzi 500 GP, l’ultima prima del ritiro della casa di Mandello dalle competizioni.

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Mi immagino Patrignani a quella scrivania prendere ispirazione dalla vista che sulla destra si vede dalla finestra, quel sole che dietro le montagne colora le acque del lago.
Ora invece c’è Marzia che sta firmando, per poi passarlo a Franco, il libro che poi mi consegnerà.

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Intanto le chiacchiere volano veloci, come lo era il padre, e proseguono nel salotto di casa con un caffè sempre con quella vista che è capace di scaldare il cuore e rendere morbidi i ricordi che affiorano leggeri dalle parole di Connie, Marzia e Franco.
Ricordi sereni quelli che sono rimasti e che ha saputo lasciare Patrignani, che lasciano al posto a racconti più personali come se fossimo amici, Franco, ora stimato architetto, che racconta il suo passato di Atleta nei 110 e 400 ostacoli, cavoli le stesse discipline con cui ho chiuso la mia carriera agonistica, e Marzia, Avvocato, che racconta della sua giovanile sfida nella attraversata a nuoto da Mandello a Onno, poi Connie che racconta delle sue passioni per l’arte e la pittura, la stessa in cui si cimentava anche il marito.

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Insomma una famiglia eccezionale nella loro normalità, o viceversa, ma sicuramente persone che mi fan rimpiangere di non aver conosciuto in vita Roberto Patrignani.

Un saluto e un arrivederci mentre riprendo la strada lasciando questa volta sulla mia destra il lago, sul sedile il prezioso libro che non vedo l’ora di leggere, perché anche questo libro possa espandere la sua magia.

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CHI E’ STATO ROBERTO PATRIGNANI – Breve biografia*
Nato a Firenze il 21 novembre 1935 si trasferì con la famiglia a Milano, poi sfollata a Lecco nel 1944, dopo che i bombardamenti aerei alleati avevano distrutto la casa milanese di via Canova.
Inevitabile nella patria della Moto Guzzi appassionarsi alla moto, passione che lo accompagnerà per tutta la vita.
Inizia quindi giovanissimo a correre in moto ed in contemporanea la sua attività di giornalista in quel Motociclismo da sempre considerato tra le più importanti al mondo, ma anche altre testate come Motosprint, Gazzetta dello Sport, Panorama, Gente Motori, Il Pilota, Motitalia, Moto Storiche, Motociclismo d’Epoca, Legend Bike, In Moto, oltre a essere corrispondente di riviste francesi, inglesi e americane
Ricca la carriera sportiva che lo vede partecipare, negli anni cinquanta e sessanta, a varie competizioni del Campionato Italiano Velocità, del Motomondiale, due Milano-Taranto, due Motogiri e tre volte classificato al Tourist Trophy. Ha disputato 150 gare fino al 1989 con la vittoria ottenuta al circuito internazionale di Bourg-en-Bresse nel 1963, con una Moto Morini 250.
Ma sarà soprattutto la sua profonda competenza tecnica e la notevole sensibilità di guida a farlo apprezzare particolarmente come tester, ruolo che svolse per conto di varie riviste specialistiche e nel quale fu anche ricercato da molte case motociclistiche per collaudare o valutare i prototipi e modelli pre-serie.

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E’ stato primatista mondiale con la Moto Guzzi 1000 e Garelli 50: nel novembre 1963 fu tra i sei piloti convocati dalla Garelli per il tentativo del record mondiale di velocità sulle 24 ore per la classe 50 cm³, conquistato alla media di 108.834 km/h sull'anello di alta velocità del circuito di Monza. Qualche anno più tardi, nel 1969, fu tra i piloti chiamati da Lino Tonti a battere il record di velocità, sempre sulla pista di Monza, con il prototipo "V7" della Moto Guzzi. 
Ha curato le pubbliche relazioni per Moto Guzzi, Brembo, Nolan, Cagiva e Garelli. E’ stato direttore sportivo della Suzuki Europa, della Garelli corse e “aiutante in campo” per la Moto Guzzi nelle gare di durata Anni Settanta. 

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Le sue imprese più conosciute rimangono però le avventure turistiche che hanno sempre il sapore della sfida con se stesso e in qualche caso qualcosa di eroico.
Il raid Milano-Tokyo, in occasione delle Olimpiadi 1964, a bordo di una Vespa 150, anche a causa del successo incontrato dal libro in cui raccontò il viaggio, rimane la sua impresa in solitaria più conosciuta, ma non meno pericolosa fu la traversata africana, da Città del Capo ad Asmara, compiuta nel 1966 con un Moto Guzzi Dingo 50, e il coast to coast negli Stati Uniti, da Charleston a Los Angeles, portato a termine nel 1980, in sella a un ciclomotore Garelli Noi con variatore automatico e alcuni tratti di Argentina, Uruguay e Brasile nel 1982. Per la Casa lombarda Patrignani fu, tra gli anni settanta e gli anni ottanta, responsabile delle pubbliche relazioni e Direttore Sportivo.
Ci lasciava il 22 gennaio 2008 lasciando però una lunga storia fatta di passione e di libri.

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Bibliografia italiana (Ricca anche quella estera)
- In vespa da Milano a Tokyo, Edisport, Milano, 1965
- La guida sportiva della moto, De Vecchi Editore, Milano, 1967 (con Giacomo Agostini)
- Come si diventa corridore motociclista, Edizioni Motopress, Mandello del Lario, 1977
- Torno subito (avventure in motocicletta), Edizioni Motopress, Mandello del Lario, 1983
- Le moto da corsa italiane, De Agostini, Novara, 1985 (con Brizio Pignacca)
- Motocross, De Agostini
- Piccole e grandi moto, De Agostini
- Enciclopedia Due Ruote, De Agostini 
-Il Raid motociclistico, Motopress
- Moto Oggi, L’Editrice dell’automobile
- Motogare, l’Editrice dell’Automobile
- Ti porterò a Bray Hill, Giorgio Nada Editore, Vimodrone, 1989
- Moto MV Agusta, Giorgio Nada Editore, Vimodrone, 1991 (con Mario Colombo)
- Resti tra noi. Dialoghi sulla moto, Giorgio Nada Editore, Vimodrone, 1993
- Garelli 80 anni di storia, Giorgio Nada Editore, Vimodrone, 1999 (con Daniele Agrati)
- Pane e chilometri, Pitierre, Lecco, 2004

* Fonte Wikipedia e Famiglia Patrignani

Ph. Flap27

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