Da sempre sostengo che ci sia una gran bella differenza tra scattare foto e fare fotografia.
Una teoria che si basa sul gusto personale e su quello che i miei occhi astigmatici vedono, magari condizionati da un minimo di gusto personale ma ben al di là di essere un esperto.

Del resto come non so riconoscere, magari, un tipo di vino ma quello buono mi piace e lo riconosco, così una bella foto è comunque per me un’immagine che rappresenta il bello.
Ecco che in questi anni ho avuto la fortuna di incontrare alcuni personaggi, che poi di fatto considero amici, attraverso la loro passione per la fotografia.
Sia questa davvero la loro professione, sia che lo sia diventata nel tempo, sia per ora una passione da coltivare parallelamente al lavoro principale.

Così eccomi a sfogliare virtualmente immagini che questi quattro amici mi hanno scattato e donato per gli articoli di aMotoMio.
Quattro persone diverse, quattro realtà ed età diverse e altrettanti stili diversi personali che rappresentano il loro modo di interpretare l’arte fotografica.
Ho scelto per ognuno, tra le tante, quattro foto di un unico servizio, proprio per non mischiare ulteriormente le carte, e per tutti almeno un ritratto  e una foto in sella.
Un assaggio, sicuramente e in qualche non le migliori foto, ma qualcosa che li rappresenta nel loro modo di esprimersi e tirare fuori quel motociclista che è in me nella sua normalità.

                                

Tommy Bressani, Luciano Consolini, Carlo Flaminio e Fabrizio Jelmini, in rigoroso ordine alfabetico a cui dico semplicemente grazie per avermi fatto amare e comprendere un po’ di più la fotografia, avermi in qualche modo avvicinato ad essa e anche aiutato a scattare qualcosa di buono…
Certo scattare fotografie, anche decenti, ma quando si parla di fotografia è meglio lasciar fare a chi è davvero capace.

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