Categoria: Dentro al bauletto

 

“English Style”
Ci sono marchi che hanno segnato la storia delle due ruote, la Triumph é uno di quelli che nonostante momenti bui ha saputo risollevarsi e tornare tra le grandi realtà mondiali.
La conosco da sempre, l’ho vista nel film “Il Selvaggio” cavalcata da un giovane Marlon Brando, l’ho vista mentre con Steeve McQueen saltava gli steccati ne “La Grande Fuga”.


Ne ho viste qualcuna passare nei tempi della mia gioventù motociclistica, poche e spesso afflitte da qualche guaio tipico delle Inglesi di quei tempi e poi oggi molte di più sulle strade dove Triumph è tornato presente in maniera consistente.
Una esposizione tematica alla Mostra Scambio di Novegro ha portato la mia curiosità verso le origini e le vicissitudini di questa tra le ultime realtà Inglesi sopravvissute.



Tutto parte dalle biciclette che Siegfried Bettman vendeva con il marchio Triumph fin dal 1833.
La prima motocicletta quindi venne prodotta nel 1902 dalla società Triumph-Adler Company.
La sezione motociclistica della Triumph venne poi acquistata, nel 1936 dalla Ariel che produsse moto fino alla seconda guerra mondiale quando i bombardamenti del conflitto danneggiarono pesantemente anche gli stabilimenti produttivi che vennero  trasferiti in una nuova fabbrica a Meriden nel West Midlands dove la produzione riprese.

Jack Sangster nel 1951 vende il marchio al “Rivali” della BSA.
In questo periodo venne costruito in grandi numeri il modello Speed Twin 500 cm³ progettato da Edward Turner prima del conflitto ed entrato in produzione nel 1937.
In questi anni quasi tutta la produzione venne esportata negli U.S.A. dove il marchio divenne famoso anche per i film Il Selvaggio (1953) dove una  6T Thunderbird del 1950 era guidata da Marlon Brando e La grande fuga (1963) una Trophy veniva portata oltre i reticolati da Steeve Mc Queen.
La Trophy  verrà poi migliorata e potenziata cambiando nome in Thunderbird e poi Wonderbird.
La cilindrata sale a 650 cc e l’anno successivo in onore dell’impresa sul lago salato di Bonneville una moto dotata di doppio carburatore e alimentata anche con nitrometano, stabilì e mantenne il record  di velocità dal 1955 al 1970.
Da questa impresa nasce la Bonneville, in pratica una Tiger T110 con doppio carburatore.

L’invasione delle moto Giapponesi viene sottovalutata e così quando comparvero i primi quattro cilindri del sol levante la Triumph tentò di reagire introducendo la  Trident e la BSA Rocket 3. due tre cilindri di 750cc.
Nonostante alcune preziosità per quel tempo, come il freno a disco anteriore e lubrificazione a carter secco peccavano di avviamento ancora a pedale contro il magico pulsantino della concorrenza.

Decisamente dotate di una ciclistica sopraffina grazie a un telaio più leggero e con un baricentro più basso, una maneggevolezza e una tenuta di strada nettamente superiore alle moto italiane e giapponesi concorrenti.
Pero avevano dei limiti principalmente costituiti da una complicata distribuzione aste e bilancieri e da trafilaggi di olio che richiedevano una continua, accurata e costosa manutenzione della testata e dei carter del motore.

Nel 1972 il gruppo BSA in seguito a numerosi debiti si fuse con la Norton-Villiers ma lotte sindacali dei dipendenti Triumph che si opponevano allo spostamento della sede produttiva portò alla creazione di una cooperativa per la gestione del marchio Triumph staccandosi da Norton.

La produzione era limitata a Bonneville e Tiger bicilindriche di 750cc principalmente per il mercato Americano.
Un avventura di questa cooperativa che però termino con il fallimento nel 1983.

Grazie al miliardario John Bloor che acquisto il marchio per far nascere la nuova società Triumph Motorcycles Ltd .
La gamma venne presentata nel 1988 con modelli che prendevano il nome dagli storici modelli.
Una gamma poi cresciuta con la famiglia dei motori tre cilindri (750 e 900 cc) e quattro cilindri (1000 e 1200 cc).



Il resto è storia attuale dove abbandonata l’architettura a quattro cilindri la produzione si concentra sui tradizionali motori a due e tre cilindri.
Ancora nome storici affiancati ai nuovi come Speed e Street Triple per proseguire una storia nata oltre cento anni fa.

Flap

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