Non il Ghisallo in se, bensì la Motoconcentrazione in commemorazione dei Defunti del Motociclismo di Civenna (CO).

Evento che puntualmente, covid19 a parte, si svolge ogni anno al 1 Novembre, dedicato alla memoria dei defunti delle due ruote a pedali e a motore.
Manifestazione che si svolge come punto focale a Civenna dove c’è il monumento su uno splendido piazzale con vista sul Lago di Como, e nella cui Chiesa si svolge anche la funzione religiosa dedicata, ma che in realtà abbraccia anche il Passo del Ghisallo, distante poche curve, dove c’è la piccola ma suggestiva Chiesa dedicata all’omonima Madonna.



Anche questo piazzale sul colle è storicamente punto di ritrovo per i  numerosi motociclisti che colgono l’occasione per portare a spasso le loro amate due ruote.
Un ritrovo che va oltre le età, oltre le mode e oltre le tipologie, basta guardarsi in giro e trovare moto dei primi del ‘900 a fianco delle ultime supersportive, moto moderne affiancate a splendidi modelli d’epoca o post moderni capaci di far scaldare il sangue a molti presenti, Maxi Enduro e Scooter che per un giorno dimenticano gli sfottò per condividere una giornata di passione, magari insieme alle Custom e le Special.



Ma perché il Ghisallo? Per chi scrive è una sorta di continuo dejavu che si ripete anno per anno aggiungendo elementi di memoria ai precedenti che risalgono ormai agli anni ’80 ai tempi dello storico Motoclub Bareggese dove il raduno del 1 Novembre era una tappa fissa guidata dal compianto Presidente Renato.
Una tradizione continuata in seguito con il gruppo Motoamichetti.it e poi con aMotoMio in una continuità temporale raramente interrotta.



Il Covid ha contribuito a dilatare i tempi e le partecipazioni, anche quest’anno non era previsto che ci andassi, ma uno scambio di battute con Fagna lamentando il fatto che molte cose, per vari motivi e impegni, non riusciamo più a farle fa scattare una molla che sfocia in un suo messaggio dell’ultimo momento che dice “partiamo alle 7,30 e per mezzogiorno siamo a casa per pranzare con la famiglia”!
Potevo dire di no? Così eccoci ad inforcare le moto meno adatte per la giornata e per il meteo che promette pioggia, le più improbabili e rumorose, manco ci fossimo messi d’accordo.
Rombanti bicilindrici a V, 90 gradi per l’Italiana e la metà per l’Americana, che pulsano vigorosi mentre la strada sale verso Asso.



Le moto cominciano ad aumentare di numero mentre la meta si avvicina, piloti intutati su razzi a due ruote ci sorpassano mentre noi superiamo con un sorriso di condivisione moto del primo decennio del secolo scorso guidate allegramente da proprietari dal look perfetto e con quell’età dove il cervello sempre giovane fa a cazzotti con un corpo datato.



Il colle del Ghisallo fin dalle prime ore, sono ormai le 9,00 passate, comincia a riempirsi di colorati mezzi e piloti dove i saluti diventano sempre più frequenti, del resto ci si conosce in tanti, lo struscio ad ammirare le belle moto e uno sguardo al panorama, proprio di fianco a quella chiesetta dove è immancabile un silenziosa preghiera per gli amici che non ci sono più.

Vin brûlé a scaldare le ossa e scendiamo verso Civenna, il punto focale della motoconcentrazione, dove il Motoclub locale distribuisce la medaglia partecipativa proprio in prossimità del il monumento ai Caduti del Motociclismo, posato dalla FMI nel 1961, che domina il belvedere di Civenna, altro punto di ritrovo che in poco tempo viene congestionato dal sempre elevato numero di partecipanti che il meteo non è riuscito a scoraggiare.



Il Ghisallo perché è bello incontrare tanti amici e appassionati, perché è una ottima scusa per una fuga veloce in moto sulle belle curve di quella terra tra i due bracci del lago, perché ci piace ricordare gli amici mancati, in un giorno così, facendo quello che amavamo fare insieme.

Insomma tanti motivi per fare il Ghisallo, ognuno ne avrà altri da aggiungere, ma sufficienti per darsi appuntamento all’anno prossimo.

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