Come c@@@o guidi
Categoria: trafiletti

Faccio parte di quella generazione che ha imparato a guidare con macchine dove anche solo il servosterzo era già un lusso, figuriamoci ABS, controllo di trazione e altre diavolerie elettroniche.


Appoggiatesta sconosciuti e cinture di sicurezza pure, Airbag ancora nella fantasia, tanto ferro e con studio di deformazione e assorbimento dell’urto ancora fantascienza.
Gomme con prestazioni che ora farebbero ridere e freni che promettevano, senza mai davvero mantenere, frenate dignitose.
Insomma si moriva da Eroi, e per di più al caldo visto che anche l’aria condizionata era riservata alle macchine da ricchi, ma quelli veri!

Le moto seguivano la stessa logica di quegli anni in sviluppo con telai e freni che spesso mal sopportavano la potenza dei motori e gomme che come dimensioni e tenuta ora ridicole.
I comandi erano meccanici, già i freni idraulici e a disco, sembravano futuro, e l’elettronica era limitata al contagiri
Anche in moto si moriva da Eroi con quel casco, che non era ancora obbligatorio,  e protezioni, così come la  sicurezza agli albori dello sviluppo.

Questo ci obbligava ad una guida più attenta, a contare sulle nostre sensazioni e a prevedere le conseguenze di errore, di una perdita di aderenza o di un guasto tecnico, non potendo contare su nessun aiuto della divina elettronica o sulla protezione di strumenti e materiali certificati.
Un’attenzione che mettevamo anche nel rispetto delle regole stradali, che sicuramente non sempre rispettavamo ma che, soprattutto con un rispetto degli altri utenti era quasi sempre presente.

Insomma si guidava meglio? Eravamo più capaci? Secondo me no, gli imbranati c’erano allora e ci sono adesso, sicuramente eravamo più attenti, più civili, più responsabili ed educati.
Tra le tante cose che mancavano c’è sicuramente il telefonino e i vari social che sicuramente, uniti ad un malsano menefreghismo, sono una delle cause di comportamenti alla guida assurdi, traiettorie fantasiose e disattenzioni estreme che si trasformano purtroppo in incidenti dove gli utenti a due ruote sono i più fragili.

Un cocktail micidiale dove gli aiuti tecnologici se da una parte diventano validi sussidi sono anche fonte di rilassatezza a cui pigramente affidarsi, le distrazioni alla guida sono moltiplicate in maniera esponenziale e soprattutto l’educazione civica è morta e sepolta.

Eccoci allora noi vecchi patentati a cercare di intuire le mosse dell’auto che ci precede, pensare se svolterà, dove e se metterà la freccia, fino a finalmente superarlo scoprendo spesso in quel display acceso il motivo delle incertezze, un attimo e ti sfugge dal casco un gentile “Come c@@@o guidi!!!”

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