Categoria: trafiletti

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Ciao papà

"Ciao papà" così si esprimeva, ogni volta che si toglieva il casco, mia figlia durante il nostro viaggio di venti giorni in Europa.
Una sorta di tormentone piacevole che significava la ripresa della comunicazione verbale, un ritorno alla normalità, dopo le parole urlate attraverso la visiera e il silenzio che il casco crea durante la corsa.
Il ritorno alle parole che in moto cedono il posto ai “contatti” dei corpi, ai messaggi dei gesti, mai codificati, ma che sono inconsciamente riconosciuti dai due viaggiatori e diventano un codice personale di comunicazione in viaggio.

 


Mi piace viaggiare in coppia, mi piace condividere paesaggi ed emozioni, mi piace a una sosta o alla fine di un viaggio il confronto di percezioni che si sono vissute nell’andare.
La moto per molti è da guidare da soli, spesso è vero, senza “zavorra” la moto è più leggera, equilibrata e il piacere di guida è maggiore, ma a volte, se chi divide la sella, è qualcuno di speciale diventa non più un peso, ma un piacere che compensa tutto il resto, diventa condivisione.
Così è stato, una persona speciale sul sellino posteriore, una “silenziosa” presenza fino al fatidico “Ciao papà” un dire; sono qui e son contenta di esserci.
Ecco perché quel ciao papà aveva un sapore buono, dopo il “ciao” potrebbe esserci qualunque nome, per chi riceve il saluto, sarà un Piacere in più.

Flap

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