Non era poi tanto tempo fa che guardavamo la tv in bianco e nero.
Il telefono era appeso al muro o sul tavolino con la cornetta e quel disco da ruotare per comporre il numero di telefono. L’aria condizionata era solo quella determinata dalle stagioni e le auto avevo i finestrini a manovella. La benzina c’era normale e super; il gasolio era solo per i camion.
Avevamo moto a due tempi e dal benzinaio c’era la pompa della miscela, oppure dovevi giocare al piccolo chimico con misurino e olio che profumava di ricino. I freni erano quello che erano eppure si andava forte. Il casco non era obbligatorio e le giacche “tecniche” da moto non avevo ancora nessuna protezione ne alle spalle ne ai gomiti...figuriamoci il resto. Tracciavamo con il pennarello percorsi sulle cartine per i nostri piccoli e grandi viaggi.
Le foto si facevano con le macchine fotografiche con il rullino da 12, 24, 36 foto, ogni scatto era una scommessa che si rivelava vincente solo dopo lo sviluppo, e i “selfie” si chiamavano autoscatto. Sembra il secolo scorso, ed in effetti lo era, anche se è passata solo una manciata di decenni. Ora abbiamo abbigliamento che ci protegge come moderni cavalieri e cavalchiamo moto che rasentano la perfezione di ciclistica, motore ed elettronica.
Abbiamo telefoni che dialogano con la moto e ci guidano per non perderci. Motori elettrici che si affacciano prepotentemente per domani sempre troppo vicino. Un futuro che è arrivato veloce e ci ha cambiato emozioni, le ha spostate, modificate in una vita che scorre dove guardiamo avanti ricordando il passato.
Sempre su due ruote e sempre con il piacere di guidare.