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Esta moto es una mierda
Categoria: trafiletti

Rubo una esclamazione dedicata con tanto di hashtag, #estamotoesuanmierda, coniato qualche anno fa da un manipolo di esperti di Special, facenti capo a Orazio Scamporrino, con cui venivano bollate alcune realizzazioni di customizzatori e privati.


Dall’alto della sua esperienza di fondatore e gestore del blog RocketGarage Magazine l’amico Orazio prendeva in giro bonariamente, ma non troppo, quelle moto che secondo i suoi canoni estetici e stilistici, spesso non solo i suoi, raggiungevano un livello tale di bruttezza da conquistare l’ambito titolo, a volte considerato persino un vanto particolare.
Ci hanno giocato, ci abbiamo giocato, ma alla fine cosa significa “bella moto”? Quali sono i canoni estetici che portano una moto ad essere bella o brutta o addirittura “una mierda”? Il panorama motociclistico ha prodotto in questo oltre centinaio di anni di moto modelli più o meno belli, alcuni bellissimi nati da matite importanti, Massimo Tamburini ad esempio, e altrettanti riusciti e capaci di conquistare il pubblico.
Altri, seppur meno accattivanti, hanno fatto breccia nel cuore e conquistato importanti risultati nelle vendite grazie alla qualità, alla capacità di marketing, alla moda e chi più ne ha più ne metta.
Qualcuna non è stata capita e riscoperta in seguito quando ormai il modello è entrato nella categoria delle moto d’epoca, forse perché troppo innovativa, troppo avanti, o comunque per quel fattore particolare e inspiegabile che è la mente del motociclista medio.
Tanti modelli che se scorrete un po’ gli anni a ritroso vi troverete ad analizzare con occhi diversi, magari confermando comunque che quel modello, a voi, faceva e fa tuttora schifo!
Certo la moda, il periodo d’oro delle special, delle cafè racer, o comunque delle moto modificate di qualche anno fa ha dato a Rocketgarage e un po’ a tutti noi tanto materiale su cui discutere e su cui potersi esprimere.
Le special di per se seguono regole molto personali a livello di soluzioni stilistiche e nella ricerca dell’originalità molti si sono spinti davvero oltre rasentando il buon gusto…già ma il buon gusto di chi?
Una moto, e per ogni moto personale vale, è la moto di chi l’ha comprata, voluta, modificata e trattata nel caso come meglio crede.
Ci sono catorci, poco amati che per molti sono al confine con il cassonetto, ci sono moto dai colori, le forme e la componentistica che nemmeno un mix tra Picasso e Kandinskij  ubriachi avrebbero potuto pensare, ma che se su una tela potrebbero diventare arte su due ruote la faccenda si fa complicata.
Ma qual è una moto bella? Qual è una moto brutta? Qual è una Mierda? Difficile rispondere, ognuno ha i suoi gusti e spesso la moto più bella è quella che ognuno di noi ha nel box o che vorrebbe mettersi nel garage.
La più brutta segue canoni personali difficili da giudicare, anche se spesso di fronte ad alcune realizzazioni, anche di serie, la voce del popolo su due ruote si trova tendenzialmente unito nel giudizio.
Bella, brutta o mierda che sia però la moto rimane una espressione personale della passione e come tale va rispettata.
A ognuno il gusto e il giudizio che preferisce.

Flap

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