“Memento Mori”
Non ho paura della Morte, è morire che mi da fastidio.
Prima poi arriva il nostro momento, non si sa quando, non abbiamo stampata la data di scadenza e nemmeno un codice a barre nascosto tra qualche piega della pelle.
Così continuiamo a vivere pensando di vivere in eterno con la consapevolezza che ogni momento potrebbe essere il nostro.
Noi motociclisti poi siamo, per comun profano pensiero, più a rischio, siamo dei pazzi scavezzacollo che sfidano la sorte a cavallo di mortali mezzi d’acciaio.
E’ vero si muore in moto, ho perso persone care, ma non ritengo la moto la causa, penso più ad un disegno sconosciuto più ampio che designa il destino di ognuno di noi.
Io ho paura ad andare in moto, lo ammetto, so perfettamente i rischi e le conseguenze di una scivolata o di un urto, ma continuo ad andarci,
pazzo?
Forse, ma la paura trovo sia una sorta di limitatore personale che ci porta a non superare il limite estremo, una specie di istinto di conservazione.
Non è uguale per tutti, sta nell’esperienza o forse la differenza sta nella fiducia in se stessi e la fiducia che riponiamo nella nostra compagna a due ruote.
Ci fidiamo evitando di pensare a ogni minimo imprevisto e piccolo guasto possano trasformare una corsa spensierata in un triste evento.
Se cominciamo a pensare troppo o se la paura diventa eccessiva è il caso di smettere.
Sui piatti della bilancia c’è il Piacere e il Pericolo, due “P” che si devono bilanciare.
A volte crescono insieme, ma se la seconda ha il sopravvento l’equilibrio si rompe e si continua per un po’ perché è difficile mollare, oppure ci si prende una “pausa” che a volte dura per sempre, oppure si ritorna un po’ alla volta con ritrovato gusto e piacere.
Si perché la Moto segue leggi particolari ed uniche, individuali e personali, anche l’incoscienza, la prudenza e la paura ne fanno parte.
Io ho paura quando vado in moto, ma una paura sana, una paura che si traduce in un inno alla vita, un monito all’importanza e alla bellezza della vita, ma “Memento Mori”.
Flap