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- Scritto da Fagna
Non lo avrei mai immaginato che guidare un sidecar suscitasse emozioni così forti, intense, mai provate. E non parlo di velocità, quelle con "l'Ural" che sto guidando non sono nemmeno prese in considerazione.
Non lo avrei mai immaginato che guidare un sidecar suscitasse emozioni così forti, intense, mai provate. E non parlo di velocità, quelle con "l'Ural" che sto guidando non sono nemmeno prese in considerazione.
Si sveglia nel sonno di una calda notte d’estate, di quelle che rendono umide le lenzuola e fanno trascinare il corpo traballante verso il frigorifero.
Domenica mattina, la provinciale con il suo traffico festivo scorre verso Lecco e verso il lago.
Procedo lentamente ma sufficientemente veloce da poter superare agevolmente le auto che mi precedono, finché a una rotonda compare Lui.
La matematica non è un’opinione, eppure pare che non sia così.
Le moto, di solito, hanno due ruote e le automobili quattro, eppure sono trattate pariteticamente dal codice della strada e dallo stato, sempre più ottuso e incapace di comprendere il reale potenziale per la mobilità urbana, forse anche economico, del favorire e incoraggiare le due ruote.
E così ridendo e scherzando, facendo quello che più ci piace fare; andare in moto e parlare delle due ruote, siamo arrivati al sesto anno di aMotoMio.
A dire il vero non si siamo nemmeno accorti del tempo che passava, sempre così quando ci si diverte, anche se gli impegni sono aumentati parallelamente alle dimostrazioni di stima da parte delle aziende che hanno avuto la voglia di metterci e mettersi alla prova.
Ormai chiamo così il mio posto di lavoro, una piscina, un contenitore pieno d'acqua dove esseri nuotanti passano del tempo cercando in attività fisica la salute psico fisica.
Lei allora lavorava al bar, dove l’Architetto andava spesso a fare colazione.
Poi lui cominciò ad andare più frequentemente anche solo per un caffè evidentemente attratto dalla qualità del servizio e della simpatia di Lei al di là del bancone.