Categoria: Le nostre prove

"Poker Kawasaki"

In un mondo di Maxi Enduro stradali dove il bicilindrico, nelle sue varie architetture, spopola, la Kawasaki osa entrare di prepotenza, giocando un poker di 4 pistoni, con un quattro cilindri in linea.
Vero che ci sono anche i tre cilindri della Tiger e il VQuattro della nuova Crosstourer, ma l’idea di un poderoso motorone del genere su una moto di questa tipologia suona, o meglio suonava strano.

Il motore, punto di forza di questa moto, è il 1000 della conosciutissima Z cui sono stati “tolti” circa 20 cavalli ed è stato addolcito……ma non troppo.
La moto sembra imponente con quel blocco centrale, dove radiatore e motore la fanno da padroni, la carena segue il family-feeling della sorella più piccola e il gruppo sella codino è abbastanza corposo da non creare eccessivo contrasto nella linea.
Linea disturbata solo dalla voluminosa marmitta che, come tutte le ultime realizzazioni della casa Giapponese, lascia un po’ perplessi, ma è disponibile una più “tradizionale”, come estetica, Akrapovic come accessorio.



La moto vista dalla posizione in sella sembra una sportiva, non fosse per il largo, ma non troppo, manubrio e la posizione più eretta, sarebbe difficile riconoscerla da una stradale.
La sella non è alta, almeno per chi come me supera i 180 cm, e i comandi sono proprio dove ci si aspetta siano.
Gli incavi del serbatoio lasciano spazio adeguato alle gambe, anche se queste risultano un po’ aperte dall’ovvio ingombro dello spazio richiesto da motore, posizione atipica forse per moto di questa tipologia, ma assolutamente priva di critiche.
La sportività e la derivazione la ritroviamo anche all’avantreno, dove forcelle rovesciate e dischi a margherita richiamano prestazioni sportive.



Il motore ronza, come tutti i quattro cilindri, con una sonorità di scarico civile ma personale, parto con la mappatura Low del motore, circa il 20% in meno, e con un prudente livello 3 di controllo di trazione, il più invasivo dei tre disponibili.
La scelta di mappatura e livello del TC si può fare anche durante la guida grazie a un facile e intuitivo bottone sul blocchetto elettrico di sinistra.
Mantengo per tutto il test lo stesso livello di controllo di trazione, la prudenza non è mai troppa, viste le strade, anche se in qualche partenza “allegra” su asfalto pulito la spia di segnalazione mi si è accesa, il taglio di potenza, però è graduale e quasi non ci si accorge dell’intervento, non fosse per quella lucina che lampeggia sulla strumentazione.



Invece dopo pochi chilometri passo dalla mappatura Low, adatta sicuramente a situazioni difficili e comunque sufficientemente corposa, a quella Full, quindi 120 cavalli di puro piacere.
La differenza è sostanziosa, sia in accelerazione, facile sentire l’avantreno alleggerirsi, sia in ripresa con un allungo che si spegne solo dopo i 10000 giri, forse troppo il vigore, ma cosa ci si poteva aspettare da un motore così, e poi basta inserire la modalità “Brain” al Pilota e tutto diventa solo divertente.
Motore che sembra non finire mai, facendo scomparire velocemente gli altri veicoli negli ottimi specchi retrovisori, talmente corposo e pieno da far cercare un’inesistente settima marcia nell’ottimo cambio, facendo pensare all’utilità, nella completissima strumentazione, anche dell’indicatore di marcia inserita.
Peccato che la frizione sia a cavo e non morbidissima, ma, di fatto, non eccessivamente stancante e con uno stacco impeccabile.
A tenere a bada tanta cavalleria ci pensa una ciclistica di buon livello, con sospensioni a punto, tarate un po’ sul rigido, e con freni adeguati confortati anche da un ABS di serie evidentemente non invasivo, nella prova non è servito per fortuna.
Una moto comoda, anche in due, facile e maneggevole alla faccia di un peso non proprio ridottissimo, capace di dare confidenza dopo pochi chilometri, assecondando con rigore le traiettorie scelte, anzi con una predisposizione alla piega più simile a una sportiva che a un’Enduro turistica.
In fondo questa moto si stacca dal concetto classico di Maxi-Enduro, ricorda più una sportiva con manubrio alto, una sorta di SUV su due ruote, prestazionale, pratica e confortevole, grazie anche alla sella comoda e alla protezione, il plexiglass è facilmente regolabile in altezza, alla corsa nel vento valida fino, e oltre, le velocità codice.



Tutto perfetto?
Non tutto, alcune finiture come la saldatura del catalizzatore e qualche cavo di troppo a vista stonano nella cura della moto che invece si percepisce, ma soprattutto trovo molto penalizzante, in visione dell’utilizzo turistico, la mancanza del cavalletto centrale.
Questo non disponibile nemmeno nella ricca gamma di accessori che possono completare e rendere la Versys 1000 una valida alternativa alle Regine del settore.
Ho lasciato per ultimo il giudizio estetico perché i canoni di bellezza sono molto soggettivi in noi motociclisti.
Quindi faccio una personale e opinabile analisi di una moto nel complesso gradevole e dalla linea molto personale.
Chi apprezzava la Versys 650 ritroverà un frontale molto simile, chi lo odiava non riuscirà a digerirlo, molto bello il taglio del serbatoio e, anche se ingombrante, il grosso radiatore che da pienezza e cattiveria, come se ce ne fosse bisogno, al grosso motore che s’intravede.



Piena la coda con un “classico” telaietto reggisella a vista che termina con un voluminoso, ma pratico portapacchi sotto il quale si trova una gradevole fanaleria e un discreto porta targa.
Continua a non piacermi la linea degli scarichi Kawasaki e anche in questo caso, secondo me, si poteva fare di meglio, ma di contro l’avantreno è di notevole bellezza con quella sportiva ruota da 17” che, se disdegna i tratti in fuoristrada, su asfalto regala sensazioni forti.
Disponibile in un modaiolo bianco e nel grigio magnesio della moto in prova, colore particolare e cangiante dall’antracite al marrone con diverse varie sfumature secondo la luce solare.
Ammetto di essermi presentato al test molto scettico su questa moto, ma alla fine del test l’avrei usata volentieri per tutto il Weekend.
Alla fine promossa, un’ottima proposta a un prezzo adeguato e con molte frecce da scoccare per colpire il cuore degli appassionati.



Sempre che la linea vi piaccia e siate disposti a perdonare qualche piccolo “difettuccio”, di sicuro se avete qualche piccolo dubbio, vi consiglio di andare a provarla, potreste innamorarvi.

Per tutti i dati tecnici e l’elenco degli accessori rimando al sito ufficiale Kawasaki.

Moto in prova fornita da Motorpep di Pogliano M.se

Materiale utilizzato per la prova: Giacca e Pantaloni Spidi – Casco Caberg – Stivali TCX – Guanti Eska – invisibili in foto ma confortevoli, Calze SIXS e Intimo PROmo

Flap

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