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Categoria: Le nostre prove

 
"Fun Bike alla Veneta"

Il nome Dorsoduro deriva forse dai dossi, rialzi di terra, che evidentemente esistevano un tempo in quella zona diventata sestiere; comprende tutta la striscia a sud della città di Venezia, dalla Punta della Dogana all’attuale stazione marittima, assieme all’isola della Giudecca.

Non so se in Aprilia pensavano alla città lagunare o invece a un richiamo verso i Pellerossa d’America, di certo è un nome aggressivo che trasmette “carattere”.
Ed è proprio così che è questa moto, ha carattere da vendere e senza compromessi, si piega solo all’elettronica di cui è dotata.
Due cilindri a V di 1200cc, ride by wire, pinze radiali, 130 cavalli per circa 220 kg di peso in una splendida ciclistica sono caratteristiche che indicano già la tipologia di questa due ruote.
La Dorsoduro non è compatta come una KTM SMT, e non è corta come la Ducati Hipermotard, ma la taglia è più o meno quella, come l’estetica spigolosa personale come deve essere per staccarsi dalla concorrenza.
Il muso è caratterizzato dal fanale da una piccola unghia che nasconde la strumentazione, frontale che ricorda un personaggio di Mazinga o Goldrake.


La coda, rivolta all’insù, è riempita dai due grossi silenziatori che incorniciano il fanale.
Poi telaio a traliccio, ammortizzatore montato asimmetrico a destra su un bellissimo forcellone in alluminio, e ancora forcella rovesciata pluriregolabile da 43 mm che termina con due pinze radiali Brembo che promettono arresti fulminei.
Sono in sella, o meglio salgo in sella, è alta anche per le mie zampe lunghe con i sui 87 cm da terra, e cerco di capire come impostare l’elettronica, non è difficile, anzi, ma come ogni novità ha bisogno di un minimo di apprendistato.
L’ABS non è disinseribile, così come il traction control (ATC), non solo, ma quest’ultimo è tarabile su tre livelli, dal meno invasivo adatto alla guida estrema al più invasivo adatto a condizioni difficili e di poca aderenza.
Diavolerie impensabili solo un decennio fa, ma che hanno dato un contributo sostanziale alla sicurezza e permettono di sfruttare le sempre più prestazionali performance delle moto attuali, una volta bisognava votarsi a qualche Santo in Paradiso.


Lo straripante motore della dorsoduro è addomesticabile su tre tipi di mappature, Sport; esagerata, potenza piena ed erogazione pronta e diretta, Touring; potenza piena ma erogazione più lineare in basso per sfruttare meglio la moto nell’uso normale, Rain; potenza tagliata a “soli” 100 cavalli ed erogazione morbida adatta a fondi bagnati.
Tutto queste informazioni sono ben visibili nel completo quadro strumenti composto di contagiri analogico circondato dalle varie spie e display digitale che comprende tachimetro, marcia inserita, livelli vari e tutte le indicazioni del computer di bordo.
Già dai primi metri quest’Aprilia mostra il suo carattere, nonostante abbia scelto di partire in modalità “Touring” la moto scatta prepotentemente in avanti e invita ad aggredire le rotonde, le marce entrano una dopo l’altra, anche se il cambio è un po’ ruvido, accompagnate da un coinvolgente rumore di scarico.
La frenata è decisa ma modulabile, l’ingresso in curva è fulmineo anche per un fermone come me.
A ogni apertura del gas fino almeno alla terza la ruota davanti si alleggerisce, con un po’ di manico farla salire al cielo sarebbe un attimo, e se l’apertura è anticipata in curva il sistema ATC, riportala moto in linea evitando il peggio.
Gli specchi sono stabili ed efficaci, e i paramani fanno molto Motard e la sella piatta favorisce gli spostamenti nella guida “fun”.
Imposto la modalità “Sport” e la ruota davanti diventa quasi impossibile da tenere attaccata a terra se si parte decisi, si viene catapultati da una curva all’altra con una rapidità spaventosa, l’idea di vederlo in un kartodromo mi attira……….

meglio provare la “Rain” e mi rendo conto che nonostante il taglio a 100 cavalli e l’erogazione più lineare c’è abbastanza birra e carattere per divertirsi.
Probabilmente la giusta via è quella mediana, credo che sarà quella più usata dai possessori di questo cavallo di razza, utenti che non cercano una moto per tutti i giorni, ma una compagna da portare a ballare sulle curve e con cui divertirsi.


Difetti?
Se non siete dei gran manici, come me del resto, difficilmente riuscirete a sfruttarla al pieno delle sue divertenti possibilità, senza contare che l’uso si limita a “Fun Bike”.
Poi per pura pignoleria due piccoli appunti; uno al cavalletto laterale che essendo di stile “crossistico” corre alto e va cercato molto indietro, l’altro alla difficoltà di trovare la folle, ma sono peccati che si dimenticano alla svelta.
Disponibile in due varianti di colore un aggressivo nero e un candido bianco, opposti colori per lo stesso carattere, al costo di € 12500,00 f.c.
Pronti per salire in giostra?
Giù il gettone si parte.

Caratteristiche tecniche sul sito ufficiale Aprilia.

Moto in prova fornita da Pogliani spa

Abbigliamento test: Casco Caberg – Giacca Dainese – paraschiena Dainese – Guanti Spidi – Stivali Stylmartin

Flap

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