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Triumph
Categoria: La moto in rosa

Linea classica, tecnologia moderna e un indiscutibile carisma. Il loro fascino è dato principalmente dal design senza età, ma anche guidarle è un piacere, perché sono facili. Merito della risposta al gas, pronta, e del tiro in basso, appagante.


Che il marchio Triumph abbia fascino è risaputo. A sottolinearlo c’è oltre un secolo di produzione, successi sportivi in ogni campo e modelli che sono entrati a pieno titolo nella storia della motocicletta. Con questi due grossi bicilindrici la Casa inglese si ripropone su territori a lei consoni: quello delle Scrambler e quello delle Modern Classic. Sappiamo già che Triumph è stata una delle capostipiti del genere Scrambler. In quanto alle Modern Classic, basti dire che l’attuale Street Twin è diretta discendente della Bonneville, da molti considerata “La Moto”. Non serve aggiungere altro. La domanda interessante invece è: come scegliere tra l’una o l’altra? Entrambe sono curate e ben rifinite, pensate per un uso quotidiano, esteticamente piacevoli e hanno a disposizione una miriade di accessori per essere trasformate a proprio uso e consumo. Quindi sceglierne una al posto di un’altra non è facile.

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La Speed Twin è una Modern Classic, ossia, prende spunto da una moto Cult del passato. In questo caso una buona parte dell’utenza ultra quarantenne già conosce e ha apprezzato la moto di riferimento ma i numeri di mercato segnalano che c’è anche un pubblico più giovane, attratto da queste moto dall’aspetto evergreen e dalle prestazioni a misura d’uomo. I pochi “errori di gioventù” rilevati tre anni orsono non ci sono più. In questo contesto, la Street Twin non rappresenta una entry level ma piuttosto una “Bonnie” moderna e accessibile che, grazie alla sua maneggevolezza e alla sella lievemente ribassata, può soddisfare molteplici esigenze, comprese quelle del neofita o dell’utenza femminile.

Non a caso, già nelle precedenti ver sioni, la Street Twin è stata la Modern Classic più venduta del marchio di Hinckley. La moto non è cambiata, è solo stata (ove possibile) migliorata: maggiore attenzione alle finiture, nuovi accorgimenti ciclistici e maggiore potenza. Appena si sale in sella ci si sente a proprio agio. Non è difficile poggiare i piedi a terra, si percepisce che la moto è bassa e compatta, ben bilanciata. Il manubrio ci posiziona con i gomiti relativamente stretti, mentre le pedane sono in posizione lievemente arretrata rispetto allo standard. A bordo si sta be-
ne ma dopo avere percorso qualche decina di chilometri anche per le persone con un’altezza nella media, le ginocchia risultano un po’ troppo piegate e a lungo andare le gambe si affaticano un po’.

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L’acceleratore ride by wire lavora perfettamente e la frizione comandata a cavo e “assistita” è morbidissima. Cinque marce. Gli innesti del cambio sono precisi, anche se un po’ rumorosi. Le vibrazioni sono praticamente assenti e la potenza (anche per la Street Scrambler) è stata incrementata di 10 CV, passando da quota 55 CV a quota 65 CV, mentre il regime massimo di rotazione è salito da 7000 a 7500 giri/’. L’aumento di potenza si sente soprattutto agli alti regimi, mentre la coppia, che ha un valore massimo di 80 Nm a 3800 giri/’, è corposa fin dai bassi regimi. Il bicilindrico ha il classico sound inglese, sebbene fin troppo attutito. Di serie ci sono l’abs e il controllo di trazione con due mappe (Road e Rain), più la possibilità di disinserirlo. C’è anche l’Immobilizer e una presa USB sotto la sella. La ciclistica è caratterizzata da un nuovo freno anteriore Brembo con pinza a quattro pistoncini. Inedite anche le cartucce della forcella. Si notano alcune modifiche estetiche alla strumentazione, le luci a LED, il logo sul faro, i supporti dello stesso in alluminio opaco e il logo con finiture diverse.

La Street Scrambler si sceglie per la sua versatilità, per la sua predisposizione ad affrontare uno sterrato senza scomporsi ma anche per il suo aspetto accattivante e la marcata personalità, che la rende più massiccia rispetto alla Street Twin. Anche in questo caso ci si attiene volutamente a forme classiche, celando la tecnologia più attuale. Questa versione è a suo modo anch’essa una Modern Classic, discendente da una gloriosa saga di precorritrici iniziata oltre mezzo secolo fa, con la T 120 TT Special.

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L’impatto estetico è notevole. Un mezzo dedicato soprattutto a chi intende la moto come evasione, a chi apprezza la moto dall’impostazione classica ma non disdegna di uscire dalle strade asfaltate per inoltrarsi in terreni meno battuti. Il doppio scarico rialzato è semplicemente splendido ed essendo stato rimodellato in prossimità della gamba, non è invadente e non crea problemi di surriscaldamento agli arti inferiori. La sella è comoda e la leva fornita al manubrio trasmette subito un senso di padronanza. La seduta è lievemente più alta rispetto alla Street Twin e le ginocchia non assumono una posizione stancante, nemmeno dopo un centinaio di chilometri. A segnalare l’attitudine fuoristrada, ci sono i pneumatici scolpiti, il paramotore e la ruota anteriore di 19”.

Pur avendo caratteristiche di base simili alla Street Twin, l’impostazione di guida è completamente diversa. Anche qui, di serie, ABS e traction control. In questo caso, oltre alle mappature Road e Rain, nella centralina è memorizzata anche la mappa Off Road, che permette di disinserire completamente il controllo di trazione e l’abs. Per la versione 2019, in entrambi i modelli il motore High Torque è stato aggiornato con un nuovo albero motore e contralberi più leggeri. Inoltre, frizione, carter motore e coprivalvole in magnesio sono inediti. Dulcis in fundo... Per rendere questi modelli ancora più personali, ci sono ben oltre un centinaio di accessori dedicati a ciascuna moto!

Tutte le informazioni tecniche sul sito TRIUMPH MOTORCYCLES

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Anna Capuano

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