Harley Davidson LiveWire
Categoria: Le nostre prove

Harley Davidson con l’elettrica LiveWire, guarda avanti, punta al futuro, forte della propria tradizione.


Non rinnega la tradizione delle good vibration e della sua cupa voce, non nasconde la sua indole verso il mondo Custom e alla personalizzazione, trova uno spazio nuovo, lo aggiunge, in una costante evoluzione che in ogni su step, fin dall’inizio in quel garage di Milwaukee 117 anni fa, ha fatto storcere il naso ai puristi.
Ultimo esempio in ordine di tempo la presentazione della Street 750 ed ora la Livewire.

Livewire lato sx

Una rivoluzione più difficile da digerire, un’eresia per molti, ma che spinge Harley Davidson verso gli utenti di domani, anche se continuerà comunque a produrre i rombanti V-Twin per gli appassionati della benzina e del cuore pulsante.
Si cambia radicalmente sia in termini di propulsione sia in quello stilistico.

Come si presenta la Livewire
Harley non scimmiotta la tradizione, non inserisce il motore elettrico nei suoi modelli storici, apre una nuova porta con una modello completamente nuovo e che si stacca decisamente da ogni modello della casa americana, ancora di più di quello fatto con la sportivissima V-Rod di qualche anno fa.
La Livewire è una moderna Naked sportiva dalla linea avveniristica dove il motore elettrico non viene nascosto, celato, anzi diventa, posizionato sotto alla batteria, inserita nel telaio con la sua alettatura di raffreddamento, parte integrante dell’estetica.

Motore Elettrico

Masse concentrate che sfuggono su un leggero codino che termina con la piccola porzione dedicata al passeggero, sotto, a sbalzo, il forcellone con monoammortizzatore con parafango a filo ruota che si chiude con la luce posteriore a LED che fa arco sul generoso pneumatico e con i portatarga con frecce verticali integrate.
Classico il filante finto serbatoio che nasconde la presa di corrente per la ricarica e altrettanto classico l’avantreno con uno stiloso piccolo cupolino che ingloba un faro a LED molto personale seppur nella sua forma tonda.
Azzeccati i colori con un elegante Vivid Black e due alternative intriganti quali il Yellow Fuse e l’Orange Fuse del modello in prova.

I contenuti tecnici della Livewire
Il cuore e anima della Livewire è il propulsore H-D Revelation; un motore elettrico a magneti permanenti è in grado di produrre la massima coppia nominale (116 Nm) in maniera istantanea.
Capace di esprimere 105 cavalli in una progressione continua per un’accelerazione esaltante da 0 a 100 in 3”  e poi fino alla velocità massima che sfiora i 180 Km/h.
L’imponente pacco batteria al Litio ricaricabile con una capacità di accumulo energetico da 15,5 kWh permette un’autonomia che oscilla in maniera esponenziale secondo lo stile di guida e la mappa motore impostata. Harley Davidson dichiara una percorrenza minima di 158 km che salgono a oltre 230 in modalità Eco.

HD_Livewire

Sono ben sette le modalità di guida, con parametri di intervento dell’elettronica dedicati per le quattro “di Fabbrica”: la Sport, emozionante forte pronta e divertente con una risposta alla manopola destra decisamente pronta. La Road diventa la più adatta come compromesso per l’uso quotidiano normale, sempre gestibile ma abbastanza divertente quando la strada lo permette. Quando l’asfalto invece si fa umido o con poca aderenza ecco che in aiuto viene la Rain con una erogazione e un intervento dell’elettronica più conservativo. Se invece puntate sulla massima percorrenza ecco che la Eco vi aiuta a essere risparmiosi. Le altre tre mappe sono profili personalizzabili, memorizzabili, nella potenza, nella risposta dell’acceleratore e del freno motore.

Tutto questo facilmente gestibile attraverso un moderno display TFT a colori da 4,3 pollici con sensore di luce ambientale, 9 spie di avviso, orologio in tempo reale. Un ricco menu permette di modificare tutte le impostazioni compresa la connettività Bluetooth integrata per smartphone, con funzionalità di infotainment tra cui navigazione turn-by-turn, telefono, musica e riconoscimento vocale. Display touchscreen ma configurabile anche tramite i blocchetti elettrici ergonomici e abbastanza intuibili; rimane il comando sdoppiato delle frecce come tradizione Harley.

Cruscotto_Livewire

Tanta innovazione si contrappone a una ciclistica tradizionale con una forcella anteriore a steli rovesciati Showa SFF-BP (Separate Function front Fork-Big Piston) e un mono-ammortizzatore Showa BFRC (Balanced Free Rear Cushion-lite). Sospensioni pluriregolabili che guidano le ruote da 17” ben gommate Michelin Scorcher "Sport" (120/70 e 180/55).
Classico anche il reparto freni, tutto Brembo, dotato di cornering ABS con doppi dischi anteriori con pinza monoblocco a 4 pistoncini radiali e singolo al posteriore con pinza a doppio pistoncino.
Decisamente prestazionale l’impianto di illuminazione full LED con un faro anteriore luminosissimo oltre che caratteristico con la luce verticale anabbagliante.

Faro_Livewire

Di dimensioni generose anche le frecce che in questo caso anziché disturbare la linea ne diventano parte integrante e rappresentativa. Quasi nascosta la luce posteriore completa di stop che si integra nell’arco del parafango, discreta ma molto luminosa per la massima visibilità.

Il “pieno” alla Livewire
Dimenticatevi i benzinai, ma imparate a tenere d’occhio il livello della batteria e i km residui sono visibili sul display a colori TFT, sulle prime crea un po’ di angoscia, ma  una volta fatta l’abitudine alla nuova modalità ci si abitua e organizza.
Per fare il pieno è necessaria semplicemente una presa di corrente (schuko) per avviare la procedura di ricarica attraverso il carica-batterie, collocato nell’apposito spazio sottosella; basta inserire lo spinotto di Livello-1 nella porta di ricarica collocata al posto del classico "tappo benzina".

Livewire_Ricarica

Una notte (Circa 8 ore)  è sufficiente per ricaricare la batteria al 100% con una spesa calcolata in meno € 4,00.  In alternativa è comunque possibile utilizzare un dispositivo di ricarica rapida di Livello-3 per avere una ricarica da 0 a 80% in 40 minuti e da 0 a 100% in circa un'ora.

Come va la Livewire
Chiamatela elettrodomestico, chiamatela lavatrice, ma a meno che sulla stessa macchina da bucato non ci sia una sventola tipo Demi Moore, vi assicuro che nessun elettrodomestico può essere altrettanto eccitante. Lo dice uno cresciuto, motociclisticamente parlando, a miscela e benzina da bruciare in motori plurifrazionati che però è rimasto stupito dalle prestazioni di questo motore elettrico, non che fosse una novità come esperienza, ma questo remind è stato davvero significativo segno che anche in questa direzione l’evoluzione è costante.

HD_Livewire_Manopola_sx

Inutile cercare la leva della frizione e del cambio, la Livewire ha una sola marcia: da 0 al massimo.
Tradizionali invece le leve dei freni, anteriore sul lato destro del manubrio e posteriore al pedale sul lato destro.
La tecnologia Keyless permette di non togliere la chiave dalla tasca né per accendere né per inserire l’antifurto quando ci si allontana dalla moto.
Quindi basta dare contatto e conferma sul blocchetto destro e girare la manopola destra.
La spinta è pronta da subito, così energica da cercare subito frizione  e cambio per passare alla marcia successiva…ma…no, basta proseguire la rotazione e lasciare che il motore continui la sua progressione.

Livewire_Guida

Si guida dosando l’acceleratore e agendo sui freni potendosi concentrare così sulla guida e sulle traiettorie nel silenzio assoluto.
La posizione in sella è tipica delle Naked sportive con busto reclinato leggermente in avanti a impugnare un manubrio, abbastanza largo e ruotato in avanti, che permette di dominare la moto con sicurezza. Anche la protezione all’aria è da Naked, il piccolo cupolino poco fa e quando le velocità si fanno importanti la pressione dell’aria si fa decisamente sentire.

La moto è snella e la sella è comoda ma non cedevole, le vibrazioni inesistenti, forse solo il passeggero avrebbe desiderato qualcosa di meglio, ma non sempre è necessario usare la moto in due.
La guida, cambio a parte, è molto simile come comportamento alle classiche moto, soprattutto una volta fatta l’abitudine al “freno motore” quando si rilascia l’acceleratore.
Il peso non è da poco, siamo a circa 250 kg, con un baricentro abbastanza alto, ma dopo qualche decina di chilometri ci si fa l’abitudine.

HD_Livewire_2

La Livewire è comunque maneggevole e l’angolo di sterzata ampio aiuta nelle manovre da fermo Il profilo rotondo delle Michelin di primo equipaggiamento, sempre sincere in termini di tenuta, probabilmente sono le complici di una discesa in piega non proprio fulminea, probabilmente gomme dal profilo più appuntito potrebbero renderla ancora più appagante nel misto. Ottima la frenata con una leva sostenuta, progressiva e modulabile e un posteriore mai incline al bloccaggio.

Basta un po’ di apprendistato per maneggiare e settare le possibilità offerte dalla tecnologia attraverso il cruscotto TFT e anche la ricarica è davvero semplice…basta attaccare la spina.
Non sottovalutate le prestazioni di questo motore e non fatevi sorprendere, dando pieno “gas” da fermo, magari in modalità Sport, è facile far pattinare la ruota con partenze degne di ottimi motori a benzina.

Livewire_HD

Il vero limite, comune a tutte le moto elettriche, è ancora l’autonomia e i tempi di ricarica, ma per una moto di questo tipo potrebbe non essere un problema.

Quanto costa
Il silenzio non è mai stato così divertente, una assenza di rumore che si paga però 34.200 euro.
Un cifra importante, elitaria come lo è di fatto il prodotto e rapportata a un livello qualitativo degno di Harley Davidson.

Harley_Davidson_Livewire

Poi del resto per ora i mezzi a propulsione elettrica sono tendenzialmente più costosi, sperando che il futuro porti a modelli più allineati al mercato delle due ruote.

Tutte le caratteristiche tecniche sul sito Harley Davidson Italia che ringraziamo per la moto in prova.

Foto di Roberto Serati

Abbiamo utilizzato: Casco Caberg Ghost Carbon – Guanti Clover WRZ - Giacca Clover Bullet Pro – Jeans PMJ Deux – Stivali Stylmartin Cruise – Intimo SIXS

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