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Marco Melandri su Ducati Superbike
Categoria: Sport

Pausa di campionato e pausa di riflessione, il campionato mondiale Superbike al giro di boa della stagione e al giro di boa, l'ennesima, del suo formato, alla ricerca disperata di un'idendità rubata, tra mistificazioni e lotte di classe. Chi la spunterà? Il pubblico appassionato o il palazzo del potere?


PRIMA

Il massimo spledore della Superbike è stato quello in cui le case ci si sono impegnate davvero anima e corpo, inutile provare a costruire falsi miti e immagini da amarcord mistificate, la Superbike è stata il bambino d'oro quando tutti si sono impegnati per vincere, quando le case motociclistiche avevano deciso essere una questione di prestigio, di mercato. Siamo forse all'annuncio finale del passaggio della Superbike a stock, il colpo di grazia, annunciato insieme ad un sinistro monito nel quale si ricordava che la Superbike ha cercato indebitamente di essere come la MotoGP, riportando alla mente i giorni dei fasti della Superbike, quando minacciava la notorietà della premier class e il boss della Dorna tuonava contro i fratelli Flammini di tenere le distanze, mentre i due italiani bellamente se ne fragavano. Doveva far davvero paura.

Di certo va riconosciuto che per un certo periodo, quello della crisi economica mondiale, la Superbike non se l'è cavata bene. Le case hanno iniziato a faticare a tirar fuori monete per moto che già si vendono poco, figuriamoci per supportare i team clienti. E fu tempo di saldi per Dorna, che trovò il modo di "regolare" la situazione.

Duello superbike tra Melandri e Rea


DURANTE

Da quel giorno di cose ne sono successe, alcune case ufficiali hanno lasciato la Superbike impoverendone il valore tecnico e agonistico, si è intervenuto si diverse parti del regolamento tecnico per cercare di calmierare lo sviluppo delle moto e diminuire il divario tra moto ufficiali e quelle private, si è stravolta l'anima della Superbike fotocopiando la noiosa qualifica della MotoGP per poi relegarla al Sabato mattina, è stata infine portata Gara1 al Sabato.
Di queste soluzioni quasi nessuna ha avuto un effetto benefico, voluto o non voluto che fosse. La fuga delle case a favore dei team privati ha favorito la MotoGP, come previsto, ma ha reso la Superbike meno interessante per il pubblico. La Superpole, una volta parte fondamentale del week end, oggi è solo un evento marginale, la gara del sabato rende solo difficile per il pubblico seguire la formula della doppia gara, anima della Superbike, difficile infine commentare il capovolgimento di griglia di Gara2, assomiglia all'ultima spiaggia di chi ha poche idee.


DOPO

Si mormora che sarebbe corretto rivedere il regolamento, perchè le classifiche di fine gara troppe volte evidenziano distacchi importanti tra il primo gruppo e il resto. Il regolamento è lo stesso per tutti, chi non investe non ottiene risultati, senza contare che gli stessi distacchi si vedono anche in MotoGP, ma nessuno si fa domande. Forse qualcuno pensa di essere vicino a chiudere un lavoro iniziato pochi anni fa, mettere la Superbike non in grado di nuocere al campionato nobile.
Il mantra è una Superbike più stock e con soli team privati, diventerebbe più combattiva e spettacolare, più interessante. Un po' come dire che se dalla serie A si mandassero via tutti i giocatori che hanno ingaggi alti e si escludessero Juventus, Milan, Inter, Roma e Napoli il campionato diventerebbe più bello e interessante. Voi che ne dite?

Il problema restano questi riottosi di Kawasaki e della Ducati, gente che pretendono di correre e investire anche in Superbike, o solo in Superbike, intollerabile. Di certo c'è solo che le case che hanno portato il proprio malcontento al CEO di Dorna, hanno di fatto riconosciuto l'importanza della Superbike. Cosa si fa con un campionato dove si perde con moto che sono costate milioni in progettazione e rischiano di rimanere invendute?

Troy Bayliss e la Ducati Superbike


LISTINI DROGATI

Alla fine l'attuale regolamente ha reso le cose più difficili per le case, non le ha per niente aiutate, così come ha messo in difficoltà gli appassionati di questo segmento motociclistico, le supersportive. Come è presto detto, meno elaborazioni sembrava la ricetta giusta (beh sembrava solo a qualcuno), ma ha costretto le case ha mettere a listino moto più sofisticate, quasi pronto pista, o pronto Superbike. Ora si trovano nelle vetrine moto che se non vincono le gare non si vendono, e anche quelli che vorrebbero comprarsele guardando i listini si trovano cifre da capogiro, la tecnologia da pista si paga.

Le moto per la Superbike qualche anno fa potevano essere molto più "basiche", il lavoro veniva fatto dopo da mani sapienti, il regolamento lo permetteva. Il bello è che molti seguiranno ancora il pifferaio magico, che riportandoli verso un regolamento stock, li costringerà a progettare moto ancora più sofisticate, e ancora meno appetibili sul mercato.


RIFLETTENDO

Tra maghi, fattucchiere e chiromanti, sembra che qualcuno la soluzione ce l'abbia in mano, ma a mio parere è quella sbagliata. Domenicali vorrebbe più case ufficiali in pista e moto più sofisticate, Honda che non vorrebbe buttare via gli sviluppi fatti fin qui passando ad un motore stock, Suzuki che vorrebbe rientrare per promuovere la nuova moto. La direzione unica possibile è quella di riaffermare un'identità forte di questa Superbike, si parla di questioni tecniche mentre si annulla la Superpole, si parla di gara unica, si parla di centralina unica. Tuute cose da MotoGP. Qualcosa non quadra nella ricetta del medico.

Nel momento di maggiore passione e spettacolo queste Superbike erano veri e propri prototipi derivati dalla serie, in quegli anni la classe 500 copiò la Superbike e introdusse i motori 4 tempi da 1000cc. Chi ha copiato chi?

Avessi qualche soldo da puntare, scommetterei sulla Superbike dei fasti, quella che ha attratto tutte le case motociclistiche. E a voi quale piacerebbe?

Wolf

Ritratto di Wolf

 

Ben Spies in Superbike su Yamaha

 

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