Motocicletta, lo Zanichelli la definisce come: Veicolo veloce a due ruote, mosso da un motore a scoppio, che può trasportare anche un passeggero.
Ma cosa è la motocicletta?
Per qualcuno solo un mezzo di trasporto, per tanti un divertimento e uno sport, per molti un mezzo di aggregazione.
Si perché la moto è capace di far conoscere persone diverse come estrazione sociale, politica, religiosa, ma anche semplicemente di gusti e abitudini……tutti uniti nella grande passione che è la moto.
A volte la moto è capace di creare, citando “il piccolo Principe”, “legami”.
Legami di amicizia che si instaurano senza sapere il perché, ma che diventano, per legge sconosciuta, indissolubili.
Spesso questi legami diventano “complicità”.

Ecco che basta dire al "complice" giusto “forse riesco a liberarmi una domenica, facciamo un giretto in moto?” che Lui ti confeziona nel giro di poche ore un itinerario spettacolare.
Partenza presto, il giro è lungo, alle 7,30 siamo già ad Arluno.
La passionale rossa Italiana, Ducati ST2, e l’algida grigia Tedesca, BMW R1200GS scivolano veloci sull’autostrada che ci porta verso la Val D’Aosta.
All’uscita di Morgeaux facciamo un po’ fatica a riprendere il ritmo, dopo tanti chilometri praticamente dritti, sui tornanti che ci portano a La Thuile.
Chi conosce la stazione sciistica farà fatica a riconoscerla in questa stagione, così come il passo del Piccolo S. Bernardo, normalmente chiuso d’inverno.
Ma il panorama che ci regalano rimangono comunque unici.

Stessa cosa la si rivive scendendo alla Rosiere, che sembra strano vederla senza neve, ma i fiori ai balconi e i colori dell’estate non fanno rimpiangere il bianco manto invernale.
Ormai la confidenza con le nostre compagne è tornata la solita imbocchiamo la Val d’Isere, anche se la strada invita ad una guida sportiva immagini che ad ogni curva ci troviamo davanti agli occhi invitano a una guida più rilassata gustandosi la natura che ci circonda.
Le soste per le foto saranno una costante di questa giornata dove il viaggio è andare, non arrivare.
È la prima volta che percorro questa valle, come del resto tutti passi che da qui saliremo.
Il Col Madelein è il primo passo Francese che affrontiamo seguito dal Col dell’Iseran dove saliamo scortati dalla Polizia Locale che come una “safety car” ci precede lungo la strada chiusa per una gara ciclistica, efficienza Francese, dedicata ai motociclisti, che apprezziamo visto che l’alternativa era aspettare un paio d’ore la riapertura del passo.

Lo spettacolo è grandioso, e lo stesso sarà per i passi Telegraphe e Galibier che raggiungeremo in seguito.
Allo spettacolo naturale si aggiunge quello dei colleghi motociclisti, di mezza Europa, che incontriamo numerosi lungo la strada, special a due e tre ruote, sportive trasformate in Touring, ma soprattutto facce, sguardi, atteggiamenti che colorano il nostro grande mondo.
A Briancon scegliano di prendere per il col d’Echelle per rientrare in Italia a Bardonecchia dove
dopo tanti passi fatti con il sole a colorare le immagini ci sta anche il dover indossare le tute impermeabili per un temporale.
Dopo aver attraversato il piccolo paese Piemontese riprendiamo la strada verso casa.
La rossa e la grigia corrono ancora vicine in autostrada, sopportando i piloti che inventano assurde posizioni pur di far riposare gambe e glutei, il nastro d’asfalto è noioso, ma era inevitabile per poter fare i 665 chilometri in giornata.
Un’ultima sorpresa sono le immancabili code delle “sardomobili”che rendono faticoso il rientro verso casa, ormai sono le 20,00 passate, siamo stanchi, ma sotto il casco rimane il sorriso e la felicità negli occhi per un’altra splendida giornata su due ruote.