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Categoria: Turismo

O moto…o architetto! E perché non tutti e due?  In barba agli invidiosi le due anime possono coesistere. Ma chi è il MotoArchitetto? Normalmente è un personaggio strano che si aggira nelle periferie delle città ormai sdoganate e trasformate in “cumuli” di loft, (che di inglese hanno solo il nome), a bordo della sua motocicletta che nella stragrande maggioranza dei casi sembra catapultata nel presente direttamente dalla grande guerra.

Barba incolta non abbandona mani il suo tascapane sdrucito, ma firmato e la sua “moleskine” che di battaglie ne ha viste tante, ma di idee li schizzate e impresse su carta ne ha viste ancor di più.  Forse questa tratteggio è troppo caricaturale, più semplicemente forse, il MotoArchitetto è colui che in barba agli sfottò di amici e parenti pianifica itinerari di viaggio che siano anche itinerari di architettura; edifici classici o contemporanei, conosciuti solo agli addetti ai lavori o opere di Archistar ormai di dominio pubblico non importa; quello che  è importante a volte è farne tappa o meta, anche se il viaggio si allunga di 150 km, anche se alla fine la tappa si poteva anche evitare ma che in fondo, in fondo fa emozionare.

Eh si, il MotoArchitetto è sensibile e facile all’emozione, soprattutto quando, levando il casco, si trova di fronte a quella chiesetta studiata e per anni, sugli angusti banchi dell’università e che ora è li davanti, in tutto il suo candore, a centinaia (parecchie centinaia) di km da casa, ma a pochi passi da un piccolo tonfo al cuore; in una fredda mattina di una primavera che non vuol fiorire, ma al caldo di brividi conosciuti.
E allora il MotoArchitetto  gode, in un piccolo momento di pace, in un periodo storico che per la sua professione pace non ne da, semmai l’esatto contrario, ogni giorno. Ma in quell’istante non importa il genio di Eduard Janneret meglio noto come Le Corbusier ti fa credere che fare l’architetto sia ancora il mestiere più bello del mondo. Già l’importante è crederci.



E voi vi fidereste mai ad affidare un vostro piccolo grande progetto ad un MotoArchitetto?? Io ne conosco uno parecchio svasato, ma facile all’emozione ;-)

E perché no, IL MOTOARCHITETTO magari riesce a suggerirvi qualche itinerario di architettura motociclistica...ecco...allora partiamo, la prima tappa è a Ronchamp, cappellla di "Notre dame du haute".

In pratica la "negazione" di tutta l'opera razionalista di Le Corbusier, la cappella di Ronchamp rappresenta forse la massima espressione artistica del famoso architetto. Dopo aver inseguito per tutta la sua vita/carriera i (suoi) cinque principi dell'architettura qui sembra abbandonarli per intraprendere un nuovo cammino più vicino all'arte antica, all'arte romanica che non al razionalismo di cui è padre fondatore. Incredibile e affascinate l'enorme copertura in cemento a vista sembra poggiare solo sulla forza della luce, di quel tagli di vetro che la separa dai muri massicci ed imponenti che racchiudono lo spazio sacro.

L'atmosfera interna ha un non so che di mistico, alimentata dal chiarore che filtra dai tagli nelle murature in ordine apparentemente casuale. Scrive Bruno Zevi nella sua "storia dell'architettura moderna" <<< solo Le Corbusier ha il supremo coraggio di registrare il crollo di ogni speranza, di riscattare il mondo con la ragione [..] gli orrori bellici, le viltà politiche e civili, la prostituzione dei popoli sotto dittatura, i crimini e le infamie non consentono più illusioni [..]. Rifiuta di bendarsi gli occhi continuando a disegnare come se nulla fosse accaduto, e dell'inconcepibile tragedia prende coscienza nell'urlo della cappella di Ronchamp, contro i vecchi pilotis un masso straripante e squarciato, contro la facciata libera muraglie da fortificazione trafitte da strombi sghembi e flussi arcani di colore >>

Immersa in paesaggi che a volte solo le strade francesi sanno offrire la cappella di Notre Dame du Haute merita una sosta indipendentemente da tutto; solo per il gusto di assaporare l'atmosfera speciale; tanto speciale che anche Renzo Piano ha deciso di misurarsi con essa.Chi desidera un ulteriore approfondimento può cliccare qui, chi invece desidera saltare in moto...beh lo faccia al più presto...e si fermi a mangiare a "l'auberge au bois joli", non lo troverete su internet ne su trip advisor.. ma garantito che vi resterà nell'anima.

Firmato
Fagna il Motoarchitetto.

Ristorante: Auberge au bois joli, rute de Belfort, 70400 FRAHIER

Abbigliamento del viaggio: Giacca Rev'it outback, pantaloni Rev'it Enterprise, Casco Caberg Modus, Intimo sixs.
Moto del viaggio: Triumph Trophy 1200 by Triumph Italia

Un grazie speciale all'amico Maurizio per alcuni degli splendidi scatti della gallery fotografica

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