Categoria: Turismo

"...lento rientro"
Ripartiti da Budapest dopo due giorni di scarpinate, puntiamo diretti verso il Balaton. Questa è una delle tappe sulle quali abbiamo fantasticato di più.

 

 

Il lago più grande d’Europa ha da sempre esercitato una grande fascino, con la sua storia di antica eleganza era ospite naturale di vacanze nobiliari dell’est europeo.
Abbiamo percorso la riva nord per tutti i 70Km della sua lunghezza ed abbiamo trovato molte differenze tra le varie aree. Sostiamo per pranzo a Balatonfured, che possiamo paragonare a qualsiasi cittadina della nostra costa marittima, con negozietti, ristorantini ed un molo dove fanno bella posta diverse barche di variegate dimensioni.
Facciamo tappa sulla penisola di Tihany con la sua lieve altura dove troviamo la bellissima piazzetta, il Santuario e l’ampia terrazza panoramica sulle rive sottostanti. Strada facendo vediamo fermi nelle aree di sosta molti camper, tende e persino una famigliola con appresso una cucina a gas dove friggere il pescato… lì per lì pensiamo siano vacanzieri per il fine settimana, poi in seguito capiremo….

Finalmente il lungolago ci accoglie con piacevoli saliscendi e qualche  bella curva che invoglia a darci un po’ di gas, ma la frequenza dei paesini e le pattuglie ci invitano a desistere.
Ci delude invece Keszthely dove perlopiù notiamo vecchi alberghi dismessi, alcuni anche molto belli, che probabilmente non hanno resistito al cambiamento del turismo dell’ultimo ventennio. Siamo quindi ben lieti di aver scelto un paesino a 5Km da Keszthely e che si rivelerà assai più grazioso e particolare: Heviz. Non avendo trovato una soluzione più congeniale tra prezzo/qualità sul Balaton, abbiamo esteso il raggio di ricerca trovando a 50euro per notte un appartamento al residence OREL di Heviz. L’appartamento è graziosissimo e decisamente centrale. Il proprietario è una persona squisita che ci racconta che sta per comprare la moto anche lui e per alloggiare le nostre sposta e risposta le auto nel cortiletto interno, pur di metterle in totale sicurezza. Dulcis in fundo ci chiarisce un dubbio che ci era venuto: il 20 di agosto (era l’indomani) è la festa nazionale ungherese!!! Il meteo comincia a fare un po’ le bizze e si alza un gran vento, allora decidiamo di fermarci un giorno in più, goderci la casuccia trovata e festeggiare l’indomani la festa ungherese.



E così abbiamo fatto, in verità l’idea iniziale era di riservarci un bagnetto nel Balaton, ma il vento freddo e le nuvole ci hanno fortemente distolto dall’intento. Prontamente abbiamo ripiegato in quella che sarà una vera chicca della vacanza: il lago termale di Heviz. Abbiamo scoperto essere una meta termale molto nota con una discreta affluenza turistica. Questa località sorge vicino ad un lago termale naturale (il più grande al mondo con 47.500 metri quadri) le cui acque hanno una temperatura media costante di 33 gradi. La struttura d’accoglienza è bellissima con 3 accessi verso le spiagge ed un blocco centrale sul lago con ingresso coperto (probabilmente per il periodo invernale) che visto il clima noi prediligiamo. L’acqua è pesante e scopriamo che nuotare è più faticoso di quanto pensassimo, in compenso è assai piacevole appoggiarsi ai vari sostegni a filo d’acqua, chiacchierare totalmente immersi nell’acqua calda e rimirare le ninfee bianche che spontanee ed autoctone, crescono a ridosso dalla zona balneabile.
Dopo un paio d’ore tra bagnetto e relax in veranda decidiamo di tornare a casa e prepararci per la serata. La festa ad Heviz si basa principalmente sulla promozione dei vini locali, ne assaggio alcuni e devo dire che non sono affatto male. Ci gustiamo il concerto di una band folk rock ungherese dal nome Repubblic, che scopriamo essere enormemente popolari tanto che tutti cantavano le loro canzoni.



Con un po’di malincuore ripartiamo dall’Ungheria alla volta della Slovenia. L’arrivo corrisponde ad un cambio repentino di paesaggio che si fa subito più naturale, con strade molto ben asfaltate e paesini completamente restaurati con gran gusto. Non esistono palazzi e la maggior parte sono case indipendenti e cascine risistemate che curiosamente riportano sui tetti l’anno di costruzione. Le strade ci piacciono molto, si fanno bellissime e dolcemente adagiate sugli altipiani e sui crinali dei monti che incontriamo, ma ecco una piccola delusione e si chiama Novo Mesto. Avevamo un po’ di aspettative su questa cittadina che, a parte una piazzetta ed un lungo fiume che forma un gomito, ci risulta assolutamente anonima. La mattina seguente facciamo rotta alle grotte di Krizna Jama che sono tra le più grandi della Slovenia. Anche qui le indicazioni lasciano un po’ a desiderare e le troviamo più per fortuna e grazie al navigatore, che per i cartelli. Trovata la strada, ecco la sorpresa! Circa 2Km di strada bianca che con moto cariche e gomme stradali un po’ ci mettono in affanno, però devo dire che ne vale assolutamente la pena! Purtroppo ma anche per fortuna, il giro lungo (4h) non era fattibile per mancanza d’acqua, ma dentro le grotte sono  a 6 gradi costanti e scopriamo così che un’ora di percorso è più che sufficiente per la scarsa attrezzatura che abbiamo. La visita è tutta in inglese, ma la guida è paziente e molto chiara. Il giro breve stupisce per l’ampiezza delle grotte e per il fascino che comunque suscitano, ma se si vuole rimanere incantati da stalattiti e stalagmiti onestamente ce ne sono di migliori. Viceversa queste hanno la chicca di un giretto in gommone sulle acque verdi e cristalline del laghetto sotterraneo.



I giorni a disposizione stanno finendo e si punta verso l’Italia, pianificando la prossima tappa a Trieste. Anche nella strada che conduce al nostro confine, la Slovenia si conferma una delle più belle scoperte del nostro viaggio, con un senso di ordine, pulizia ed amore del territorio che.. diciamolo liberamente, non vedo nella mia Nazione e che personalmente invidio parecchio.
Arrivati a Trieste senza prenotazione, decidiamo di presentarci direttamente alla porta del B&B dove avevamo visto disponibilità. Siamo stati accolti come in famiglia e ci siamo goduti la vista dal giardino sull’intero golfo, un vero incanto! Qui abbiamo avuto una Cicerone d’eccezione dato che mia cugina si è trasferita lì da qualche tempo. Nuovamente ci siamo mossi principalmente a piedi tra i vicoli della città vecchia ed un aperitivo a base di Spritz. Purtroppo il caratteristico Tram di Opicina è fermo perché in fase di restauro.



Mezza giornata è necessariamente da passare nello splendido castello di Miramare ascoltando la storia tragica di Massimiliano d’Asburgo e Carlotta Del Belgio; un po’ trascurato purtroppo il grande parco che sicuramente meriterebbe miglior attenzione e manutenzione… diciamo che ci riserviamo di tornarci in primavera sperando nella completa rifioritura.
E così attraverso la litoranea volgiamo la nostra ideale prua verso Verona. Troviamo caldo e traffico ed onestamente non mi sento di consigliarla almeno fino ad esserci lasciati Porto Marghera alle spalle. Infatti dopo si apre ai nostri occhi una strada che costeggia un naviglio secondario sul quale si affacciano ville meravigliose, alcune restaurate altre ahinoi trascurate. Immersi tra le testimonianze palladiane ci troviamo quasi per caso davanti alla più stupefacente delle ville: Villa Pisani con il suo ingresso grandioso e magnificente che racchiude l’immenso giardino.
Riprendiamo quindi  il nostro percorso per raggiungere Verona che visiteremo nelle sue parti più significative, da Piazza Bra a Piazza Erbe, dalla casa di Giulietta al Palazzo della Ragione con tanto di salita in cima della Torre del Lamberti per goderci un panorama davvero da togliere il respiro a 360 gradi.

Un piccolo promemoria quando salite sulla torre, le campane funzionano regolarmente ed ogni 30minuti eseguono i loro rintocchi; ricordatevene perché altrimenti faranno loro in modo di rimanere ben impresse nella vostra memoria.
Dopo il romanticismo della città degli innamorati facciamo ritorno nella nostra Milano. Sono state due settimane intensissime, 3400 Km decisamente pieni, variegati tra alture, acque, città e panorami, persone e monumenti. Siamo forse un po’ stanchi ma sicuramente molto felici e… saremmo pronti per ripartire? Sì credo proprio di sì
…Già nuovi tragitti ci vengono in mente per l’anno prossimo.

Puntata 1
Puntata 2

Andrea De Angeli

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