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Boxer
Categoria: trafiletti

Nel mio passato motociclistico amavo molto le moto sportive, prettamente Giapponesi e ovviamente a 4 cilindri.
Un gusto più estetico rispetto alle reali capacità di utilizzare il loro reale potenziale.


Ne frattempo non mi piaceva per nulla il gusto teutonico del boxer, la sua larghezza, la sua storicità che faceva rima con vecchio.
Nemmeno le stesse BMW mi facevano impazzire, anche se il motore a “sogliola” del K100 mi ha poi aperto le porte al mondo dell’elica vorticante….però era un RS e aveva 4 cilindri.
La vita cambia e si cresce, si cresce e cavoli si cambia, si cambia atteggiamento, gusti e mentalità di fronte a molte cose.
Si invecchia e aumentano le responsabilità, forse anche la percezione dei propri limiti, che porta inconsciamente a rimettere in discussione tutto.
Così la convinzione del 4 cilindri piano piano si è affievolita e al, comunque presente, “4”, questa volta Italiano, ho iniziato ad affiancare un due cilindri e per giunta boxer.
Un susseguirsi di modelli che hanno seguito la mia maturazione, o involuzione secondo alcuni, verso la versatile e moderna evoluzione del motore tedesco più famoso del mondo.
Proprio questo pensavo mentre lasciavo scivolare le ruote dell’R65 del 1981 che mi porta sempre più spesso a spasso.
Una moto che non avrei mai preso in considerazione fino ad almeno un decennio fa, eppure ora mi vede alla sua guida.
Pochi cavalli, ciclistica onesta, freni da preghiera (rispetto agli attuali, ma forse anche alla concorrenza del tempo) per una cilindrata che ai nostri giorni sembra ridicola; come se per divertirsi siano necessari almeno 1000 cc e cavalli a manciate.
Eppure il piccolo boxer frulla silenzioso, inutile tirare le marce, controproducente guidare di forza e cercare staccate assassine, non ne otterrete niente; non và, frena poco e si scompone.
Meglio lasciargli fare quello che sa fare, portarci a spasso con piacere, con una dolce progressione, disegnando rotonde traiettorie e anticipando col pensiero la curva e la frenata.
Si scopre allora che la guida si fa rilassante, ci si gode di più il panorama e nello stesso tempo le sensazioni che arrivano dalla moto sono più sincere, più morbide, piacevolmente rilassanti.
La strada scorre in un susseguirsi di curve dolci da percorrere in quinta con un filo di gas, basta una piccola rotazione del polso per aumentare un po’ il passo per un sorpasso e riprendere la lenta danza con questo piccolo boxer che, sornione, sa di regalare piacere.

Flap

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