Aggeggio infernale che, seppur dal fascino indiscutibile da motociclista “vero”, è da sempre croce di molti scalciatori che rischiando tibia, sudando sette camicie quando la due ruote non vuol partire e, cosa peggiore, regala figure di palta quando questo accade fuori dal bar dell’aperitivo.

Diciamocelo, vuoi mettere la comodità del mitico bottoncino? Una leggera pressione e la moto prende vita!
Va beh, quasi sempre, rimane l’incognita della batteria e altri piccoli problemi ma questa è un’altra storia.
Così dopo trent’anni di comodità eccomi alle prese di nuovo con “La pedivella”, in effetti, la prima era una piccola bicilindrica due tempi di soli 125cc che sicuramente non dava problemi di compressione, poi solo avviamento elettrico se si dimentica una fruttuosa pedalata a metà degli anni ’80 a un DR650 del cugino!
La voglia di enduro tardiva porta ad accettare qualche piccola rinuncia, così l’icona degli anni ’80, XT600, mi obbliga a tornare indietro con il tempo.
Il dubbio atroce di non essere in grado, il terrorismo degli amici, le discussioni sui social condite di botte alla tibia, qualcuno persino accenna a fratture, consigli infiniti; stivali, rubinetto chiuso-aperto-mezzo…..aria..
Insomma il terrore che scorre sul filo del gas…..da non toccare mai!
Eccola li, ora, pronta per essere rimessa in moto dopo qualche anno passato ferma in un box! Non mi guarda in maniera aggressiva, non sembra così cattiva come l’hanno dipinta, ma mai fidarsi..
Allora ripasso mentalmente tutto, giro la chiave, tiro l’aria e apro in fuori la pedivella.
Una prima pedalata lenta per attivare il decompressore e poi una più decisa, nulla da fare, però il famoso rinculo non c’è stato, allora ci riprovo un’altra volta e un’altra ancora, finché il monocilindrico prende a borbottare piano piano.
Chiudo l’aria e si va….alla faccia del Kickstart.

Flap