Viaggio veloce, seguo la strada che si snoda curvosa sulle colline, quella che conosco da tempo, quasi a memoria.
Disegno le traiettorie cercando la curva perfetta, la percorrenza veloce e sicura, senza rischi e senza esagerare.
All’improvviso un urlo baritonale mi aggredisce alle spalle e una rossa figura mi sorpassa veloce; lo sento nelle orecchie e percepisco lo spostamento d’aria di questa prepotente aggressività.
Non si fa, non te lo puoi permettere. Scalo una marcia e ruoto la manopola del gas ancora un po’ di più inseguendo la scia dello sfacciato pilota.
Lo seguo da vicino, copio le sue linee, cavoli guida bene, ma io conosco la strada.
Ci muoviamo all’unisono un balletto di coppia che segue un ritmo indiavolato.
Le ginocchia sfiorano il terreno e le pedane a volte lanciano scintille a monito di un’esagerazione accentuata.
Potrei passarlo quando voglio, ma preferisco studiarlo ancora per un po’.
La strada si distende insieme ai giri del motore, per poi tornare a sembrare un lungo nero serpente con spire sempre più strette.
Tra poco arriverà il punto giusto, la curva del “pastore”, dove ho deciso di dare una regolata a questo straniero.
Un breve rettilineo, poi una curva secca a sinistra, difficile e insidiosa, dove i freni e il “Pelo” fanno la differenza.
Ci siamo lo affianco mentre le nostre moto si accucciano sulle forcelle e le gomme posteriori sfiorano ormai l’asfalto sgravate del peso.
Insisto sui freni e passo, un attimo e ho il gas in mano per uscire come un sasso lanciato da una fionda verso il lungo rettilineo delle Ginestre.
Mentre lo passo percepisco lo stupore nel mio antagonista, credeva fosse impossibile, eppure gli sono davanti e ora fuggo veloce, quasi imprendibile…...
Mentre lo distacco sempre di più torno alla realtà.
Lui, in effetti, mi ha perso alla curva successiva dopo avermi sorpassato ed io di “veloce” ho solo lasciato andare la mia immaginazione continuando a seguire la strada con il mio passo.
Andare in moto è un piacere, inutile correre ed esagerare, stupido sfidarsi così.
Al bar più avanti vedo la sua moto ferma, potrebbe starci un caffè e quattro chiacchiere.
Flap