Quante volte l’abbiamo canticchiata questa canzone del compianto Pino Daniele, magari senza capire il senso di parole di un dialetto sconosciuto e lontano, oppure quel “Caffè nero bollente” di un’Anna Oxa agli esordi.

Parliamoci chiaro, il caffè in Italia, fa Italiano, non quella lunga bevanda Americana e nemmeno quel tentativo d’imitazione che si beve all’estero, parlo di quel nostro caffè, espresso da bar oppure la classica e tradizionale Moka che il Signor Bialetti ha reso mondiale.
Inutile negarlo quando si è in viaggio, è difficile rinunciare al caffè e così ci si piega a volte a brodaglie primordiali che nonostante la raccomandazione di “Espresso Italiano CORTO” diventa sempre troppo lungo e acquoso:
Sarà l’acqua, la tradizione o la cultura, sicuramente non i mezzi perché ho visto in Norvegia, in Scozia, in Austria e in altri posti Europei macchine da caffè di tutto rispetto, identiche come modello e marca a quelle dei nostri bar, miscele delle nostre marche più blasonate, eppure il risultato era indegno per cotanto, impegno industriale.
Così noi da motociclisti “Normali” ma geniali ci siamo voluti viziare, così ci siamo armati di fornelletto, Moka e naturalmente caffè Italiano, non potevamo che scegliere un marchio a tema come “Caffè Veloce”, e lo abbiamo portato con noi nei nostri viaggi.
Le pause, per rilassare gambe e fondoschiena, prendono così un sapore e un profumo diverso.
Anche il romanticismo di quella moka che sbuffa con un famoso castello sullo sfondo, una spiaggia o un panorama mozzafiato a far da cornice al quadro del nostro conviviale piccolo piacere diventa qualcosa di particolare.
Molti gli sguardi straniti e i sorrisi di chi vede motociclisti armeggiar con tazzine e caffettiera ma altrettanti quelli di ammirazione con un briciolo d’invidia per non averci pensato.
Ormai abbiamo attrezzato un apposito piccolo spazio che è diventato parte integrante nel nostro bagaglio da viaggio perché come diceva Faber… “A che bell'ò cafè
pure in carcere 'o sanno fa…”.

Flap