Ci risiamo puntuale come l’insonnia dopo la peperonata arriva l’appuntamento con il Salone di Milano.
Siamo già tutti carichi, zaini preparati per accogliere adesivi e gadget, taccuini e biro per autografi da mostrare orgogliosi, macchine fotografiche e ovviamente telefonini per immancabili Selfie con Piloti, o più probabilmente con belle Donne succinte, con cui riempire in tempo reale i social pensando di far sbavare d’invidia gli amici.  
Pronti alla calca e alle spinte per prendere un posto privilegiato a una esibizione, che sia nel Live a opera di virtuosi  professionisti del manubrio o negli stand da altrettanto professioniste dotate.

Siamo curiosi di vedere quello che ancora il Web non ci ha svelato e quello che ci ha mostrato in parte per aumentare la curiosità.
Non vediamo l’ora di poggiare le chiappe sulle moto, le nostre preferite prima, su tutte anche quelle di cui non ci frega niente solo per il gusto di dire che non ci piace.
Sul cavalletto ben bloccate queste creature di acciaio e plastica sopportano le nostre imitazioni di guida con spostamenti in sella esagerati a simulare pieghe estreme da gomito a terra, oppure, posizioni aerodinamiche imboscandoci dietro al cupolino come se giocassimo a nascondino.
Immancabile foto di rito in sella dove solo a casa scopriremo che alle nostre spalle compare magari il bambino che si scaccola allegramente.
Alla sera avremo piedi a zampogna, e gambe pesanti per l’andirivieni lungo i padiglioni, le mani cariche di calli da sacchetto di plastica e la gola secca per le tante chiacchiere amichevoli scambiate.
Insomma una tortura in questa grande fiera di paese, un paese fatto di ruote che vanno due alla volta, almeno quasi sempre, motori dai cilindri con numero differente e qualcuno invece talmente silenzioso nella sua elettricità.
Una sofferenza che sappiamo già di voler subire perché caschi il mondo anche a questa EICMA ci vogliamo essere.

Flap