Categoria: Le nostre prove



“Bella da vedere, poi la guidi e....”
Impressioni veloci, o meglio, prime impressioni che dir si voglia, quelle scaturite da un breve test di 30 chilometri sulle rive del lago dove nascono le Moto Guzzi.


L’occasione l’Open House Guzzi dove a disposizione c’era tutto il parco moto per i test drive.
Essendo arrivato a Mandello con la mia Special che in qualche modo si rifà all’estetica della V7 e da cui quest’ultima eredita telaio e ciclistica, seppur rivista negli anni, non potevo che scegliere questo modello.
Naturalmente la V7 Racer, monoposto come la mia e spiccatamente Cafè Racer.



La moto è bella, mi piace fin dalla presentazione all’EICMA di qualche anno fa, codino con tabelle porta numero a richiamare quella sopra il faro, telaio rosso Rubino e quel serbatoio cromato con cinghia in cuoi superiore.
E poi cerchi a raggi, scarichi rivolti verso l’alto e tutti quei dettagli che fanno “Cafè Racer”.
Molti ritocchi per la MY 2014 ma solo per affinare la sostanza di una delle Moto Guzzi che più piacciono al pubblico.
La seduta è comoda e i semimanubri sono ben posizionati e comodi, la ricca strumentazione sovrasta la piastra di sterzo su cui rimane in bella vista la targhetta numerata che distingue questa serie speciale.



Frizione a filo morbida e via, il cambio non è fantastico, ma sufficientemente preciso, le marce entrano velocemente e i 48 cavalli promessi da questo 750 spingono bene la moto lungo le curve del Lario.
Non mostruosa la potenza ma sufficiente per divertirsi.
Il motore frulla e trasmette molte vibrazioni al manubrio mentre le sospensioni tarate sul rigido ben copiano la strada se l’asfalto è buono ma in presenza di buche o sconnessioni il rigore viene compromesso in maniera mai pericolosa ma evidente.
Le curve si susseguono e i sorpassi sono veloci e sicuri, la piccola palpebra trasparente sopra la tabella porta numero devia l’aria della corsa efficacemente verso il casco senza creare turbolenze.
La frenata, nonostante il disco singolo all’anteriore, è buona, anche se non capiamo l’assenza del grintoso secondo disco e soprattutto dell’ormai “Indispensabile” ABS.
In compenso leve al manubrio e ai pedali sono ben posizionate e ben dosabili.
Ampia e comoda la sella monoposto che dona confort a questa moto facendo sopportare anche le vibrazioni.



Una moto leggera e facile, forse troppo, personalmente ci si aspettava di più da una moto che esteticamente promette corse e prestazioni, non pretendiamo la Luna, ma qualcosa, in effetti, manca, soprattutto quando il prezzo e prestazioni si confrontano alle moto dal gusto “retrò” e “vintage” proposte della concorrenza.
Parcheggio la V7 sulla stampella laterale, stabile e facile da manovrare anche in sella e la lascio agli altri motociclisti che forse la troveranno migliore partendo da aspettative diverse.
Sensazioni dopo soli 30 chilometri, magari potendo guidarla un po’ di più le sensazioni possono cambiare o scoprire aspetti di questa moto che un test veloce non riesce a mettere in risalto.
Riprendo la mia V35 e torna evidente che in 36 anni la tecnologia e la qualità costruttiva si è evoluta ma in fondo come guidabilità il passato non è poi così lontano.

Caratteristiche tecniche sul sito Moto Guzzi.

Abbigliamento utilizzato durante il test: Casco Premier – Giacca Montecatena – Pantaloni Promojeans – stivali Stylmartin – Guanti OJ – Paraschiena Spidi – Calze SIXS

Flap

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