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Categoria: Le nostre prove


La storia è quella di uno scettico, che non vuole credere che un ragazzo grasso possa essere tremendamente esplosivo e veloce. Luoghi comuni certo, ma fatto salvo qualche eccezione, il mastodontico difficilmente è veloce. Queste mio scetticismo è li con me, nonostante la sella monoposto, quando do manate di gas, che mi strappano le braccia...

 



...con i piedi comodamente appoggiati alle abnormi pedane di un Fat Boy. Si signori Harley Davidson Fat Boy. O meglio una “leggera” reinterpretazione diciamo così in chiave milanese, via Cassano D’Adda per la precisione, dentro i muri di CD garage. Innanzi tutto via i cerchi lenticolari per far posto a degli altrettanto spettacolari cerchi a raggi; il motivo? Facile ed impensabile…a tirare le staccate con questo bisonte i freni si surriscaldavano troppo…via il pieno, dentro i raggi.

 

E proprio di staccate che si parla, perché questa moto di trotterellare come un paciosa “Custom” proprio non ne vuole sapere, e la scarica di adrenalina è li pronta nascosta tra le pieghe del comando del gas. Tutto merito delle operazioni “a  cuore aperto” sul propulsore di Milwaukee, tipo Camme Andrews TW54, cilindri e pistoni da 98” (revolution performance), con tanto di teste lavorate per adattarle ai pistoni bombati; la compressione è pari a 10,5:1…insomma il tutto si traduce in performance davvero inaspettate per il tipo di moto, accompagnato dal sound dello scarico 2 in 1 Vance&Hynes e dal filtro aria Big Sucker 2.


E mentre Andrea mi snocciolava tutti questi dati (per me quasi aramaico) fingevo interesse annuendo, ma non vedevo l’ora di vedere se tutte queste “promesse” fossero vere, mal celando un certo scetticismo appunto…come dicevo poco sopra. E a questo punto quindi la domanda che nasce spontanea è <come va questo fat boy?> la risposta è semplice diretta e quasi impronunciabile dalle mie labbra…ovvero <<tremendamente bene>>; In pratica te ne stai li, seduto comodo sull'immenso sellone ed esci da Milano con un filo di gas, con quel suono di sottofondo unico; i piedi appoggiati non su delle pedivelle, ma su pedane che più grandi non si può e l’aria sulla faccia, quella frizzante del sole d'inverno.

Quella che ti fa sentire vivo…e se non ti senti vivo abbastanza ecco che sale la carogna e alla primo sprazzo di strada libera, bum giù una manata di gas che nemmeno Rocki IV!!! Il Fat Boy scatta in avanti con un guizzo talmente inaspettato che devi aumentare un po’ la forza sulle braccia per non essere lasciato li sul posto. Che Flash ragazzi, lo scettico inizia a ricredersi. La campagna pavese non è proprio ricchissima di curve, ma 2 o 3 le conosciamo, e andiamo subito li sgranchirci un po’ le gomme; ad ogni piega si rischia di strisciare lo strisciabile , ma il ragazzone ci sa fare e vi porta fuori dalle curve con una progressione davvero goduriosa.

Intendiamoci, resta pur sempre una bestia da 300 kg, quindi poco agile nei cambi di direzione, ma le modifiche al motore le donano una connotazione davvero esaltante; anche la frenata è sicura è non da “patema” d’animo come ci si aspetterebbe.  Il tuono che si scatena anche solo sfiorando il gas da solo vale il prezzo del biglietto. Il cambio è bilanciere, non proprio immediato per chi non è abituato come me, ma col salire della confidenza ti fa sentire tanto “easy rider”;

Il tempo a nostra disposizione è finito, riporto controvoglia il Fat (Fast) boy in officina, giro il manopolone e tutto tace, sembra persino che il silenzio si irreale. Ho ancora qualche minuto per qualche foto di rito, ci giro attorno, la accarezzo, proprio un bel pezzo, anche se non è il mio genere…anche se non me la metterei mai in garage…forse…

Abbigliamento del test: Giacca Montecatena Rotas Signo - Casco LS2 OF583 - Occhiali Oj - Scarpe TCX

Moto preparata da Cd Garage Milano

Fagna

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