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Categoria: Le nostre prove

Normale test di un casco. Si apre la scatola, se ne estrae il contenuto, si valuta quali accessori vi sono dentro, quali mancano; dopo di che si cerca di capire il funzionamento basico del meccanismo della visiera, come si smonta per la pulizia;

 

si valutano gli interni al tatto, il cinturino di chiusura, e dopo aver letto il “bugiardino” che si solito è attaccato al cinturino di chiusura, lo si taglia e lo si ripone nella scatola. Si leva la plastica protettiva della visiera che di solito riporta indicazioni e raccomandazioni in semi trasparenza. Si valutano le prese d’aria esterne, il loro meccanismo, poi lo si indossa regolando il cinturino….

…questo in linea teorica….

In pratica, inizio del Fagna test. Arrivo in pista con ritardo pauroso per l’imminente inizio del corso di guida veloce, devasto la scatola estraendo il casco e spargendo ovunque il resto degli accessori. Già con la tuta addosso e l’agilità di un facocero impaltato raccolgo il tutto e smoccolando mi avviso verso la pit-lane. Indosso il casco, ma ingranando la prima mi accorgo che sulla visiera, che manco so come si apre, c’è ancora la plastica protettiva, quindi leggo le raccomandazioni, ovviamente a specchio, da dentro il casco, mentre accelero, atteggiandomi a grande pilota levo la plastica adesiva e la scaglio da qualche parte. (i ragazzi dello staff di franciacorta ancora cercano il cafone).

Primo giro per far scaldare le gomme e mi accorgo che anche il bugiardino né ancora al suo posto, e mi schiaffeggia la gola. Decido di ignoralo e di toglierlo al primo briefing. Fa già molto caldo quindi cerco e trovo subito le prese d’aria, di facile ed immediata apertura donano subito ristoro. Visto che ci stiamo ancora scaldando regolo bene la chiusura micrometrica del cinturino ed apprezzo il comfort degli interni. Faccio salire su è giù la visiera per saggiare la “durezza” della chiusura e la sua tenuta alle alte velocità. Tutto sembra perfetto.

Al di la dell’aspetto comico (ma vero) della questione, il casco di cui stiamo parlando, ovvero LS2 modello F358 corsa, si fa apprezzare subito per semplicità ed immediatezza di approccio. La calzata è davvero comoda, così come gli interni sono davvero eleganti e di ottima fattura. L’aerazione è notevole, e tutte le chiusure e le guarnizioni ispirano qualità.

Questo casco si trova perfettamente a suo agio in pista, sembra nato per correre, e a maggior ragione è eccellente su strada. Scopro poi che nel lato interno della mentoniera c’è un piccola pompa che permette di gonfiare i guanciotti in modo da rendere la calzata ancora più precisa e personalizzata. Personalmente non apprezzo molto il fatto che il sistema di gonfiaggio sia in quella posizione, mi chiedo per esempio, se si volesse montare un interfono, dove andrebbe a finire il microfono.

Nel nostro kit non era compresa una visiera scura sostitutiva (a meno che non me la sia persa quando è esplosa la scatola), accessorio che in una giornata in pista può rivelarsi fondamentale. Pregevole invece la sacca porta casco. La visiera è facilissima da smontare per la manutenzione e la pulizia. Risultato, ci ho girato in pista tutto il giorno con somma soddisfazione. Finiture davvero elevate per un casco che si colloca in una fascia di prezzo del tutto accessibile ma che non ha nulla da invidiare ai marchi più blasonati.

Numerose le grafiche che potete vedere, insieme ad altre info tecniche al sito ufficiale della casa www.ls2helmets.com/
L’approccio trafelato e assolutamente dell’ultimo minuto mi ha fatto apprezzare a fondo l’immediata praticità di questo casco. Se ci sommiamo un peso di soli 1400gr circa,  posso concludere che è davvero un bel prodotto, alternativa valida a molte altre “firme”.
Approvato aMotoMio.

Per le foto in pista si ringrazia la Riding school By Pedersoli e Erreemme Photo

Fagna

 

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