Categoria: La moto in rosa



“Marivì”
Ci sono persone che colpiscono, persone con cui diventa un piacere parlare, si ha voglia di conoscerle un po’ di più.
Il fatto che Maria Vittoria Bernasconi sia anche una splendida donna in questo caso aiuta a una considerazione positiva, ma credetemi a volte la passione per le due ruote, come gli Angeli, non ha sesso.


Già partiamo da qui, dal fatto che indubbiamente Marivì sia una donna, cosa evidente come già detto, ma inserita perfettamente in un mondo tipicamente maschile e maschilista come il motociclismo che solo nel più recente passato ha cominciato ad aprire e considerare il mondo femminile se non paritetico almeno degno di nota, si vede questo da abbigliamento e accessori dedicati, dallo spazio concesso e dalla considerazione che gli utenti maschi e le riviste del settore dedicano al mondo femminile.
Spazi conquistati con fatica a volte scontrandosi con i luoghi comuni spesso ben difficili da superare.



Dueruote
MV invece ce l’ha fatta e da tempo: la si trova con i suoi test e report di viaggio ogni mese su Dueruote, rivista che fin dal n° 0 del maggio 2005, l’ha vista nell’organico redazionale e cui la nostra giornalista ha dedicato e offerto da allora l’esclusiva dimostrando serietà e professionalità che in tempi attuali sono merce rara.
Oggi Marivì mi ha regalato un po’ del suo tempo per raccontare a questo curioso motociclista “Normale” un po’ di lei e del suo mondo moto.
Una chiacchierata a 360° dove aneddoti personali si mischiano con considerazioni di costume o osservazioni sul nostro mondo, chiacchiere appunto a ruota libera che rivelano innanzitutto quanto la moto faccia parte della sua vita ben oltre essere il suo lavoro.



Tutto inizia da un Benelli cross
Milanese di nascita, la data non la saprete mai, è cresciuta insieme a quattro fratelli, maschi e motociclisti. Spesso ospite dei nonni nel Monferrato, era inevitabile che fosse contagiata dalla passione per le moto, così un po’ alla volta si avvicina alle due ruote fino al suo primo vero mezzo, un Benelli cross 50, con cui scorrazza nelle campagne piemontesi inseguendo i fratelli e lasciando indelebili ricordi nei paesani di allora.
Sotto la guida di tali affezionati maestri impara i trucchi dello sterrato e appena riesce acquista la sua prima “Moto” una Honda XL350R, seguita da una Monster 900S finché il lavoro non gli (le) riempie le giornate di moto “stampa” che la costringono a lasciare la sua Bonneville 900, ovviamente splendidamente verniciata da Kaos Design, spesso ferma ad aspettarla.



In realtà non nasce come giornalista, ma come designer, però la passione per le due ruote e per la scrittura e un po’ di fortuna la avvicinano al mondo editoriale, è una delle poche donne che, in quegli anni e in mezzo a tanti agguerriti maschi, riesce a ritagliarsi uno spazio, collaborando con diverse riviste del settore e ottenendo le soddisfazioni che giustamente la rendono orgogliosa.
Non nega che per una donna a volte sia più complicato essere considerata al pari dei colleghi motociclisti, soprattutto quando si entra, ad esempio, in un corso per diventare Istruttore Federale di Guida su strada, dove un’atmosfera di diffidenza regna finché i fatti non dimostrano, superando brillantemente prove ed esame, le indubbie capacità.



Le chiacchiere si spostano sulle moto, sul fenomeno GS, sulle moto facili e meno facili, sui gruppi monomarca, sui raduni e sull’andare in moto in compagnia.
Considerazioni che ci vedono spesso d’accordo e che danno la netta definizione di motociclista rispetto al possessore di moto.
La protagonista è Lei, Marivì, capace di coinvolgere e appassionare con i suoi racconti anche quando descrive il mondo femminile che si avvicina alla moto spesso per esigenze di mobilità, ma che, soprattutto oggi, sceglie il mondo moto con una consapevolezza precisa, una scelta ragionata e attenta dettata dalla ragione e dalla passione.
Io aggiungo che la scelta a volte è una sorta di ribellione e rivincita nei confronti della vita, una rinascita dopo una separazione o dopo qualche grande difficoltà.
Donne che non hanno mai guidato una moto, o magari dopo tanti anni dal primo motorino, si lanciano in età matura ad affrontare la strada su bolidi a due ruote.
Maria Vittoria è d’accordo, ma aggiunge che a loro vantaggio le fanciulle di solito hanno l’umiltà di chiedere ciò che non conoscono  e quindi sono più disponibili a imparare, una dote che spesso è sconosciuta a noi maschi e al nostro orgoglio.



Il tempo scorre veloce mentre mi descrive la preparazione di un viaggio, di un articolo, della fatica a volte di percorrere tanti chilometri in moto per diversi giorni di seguito, dei ritmi abituali che si alternano furiosi con i ritmi dell’andare in moto, uno stile di vita che potrebbe risultare quasi fastidioso ma nel modo con cui lo racconta e dalla luce che sprizza dai suoi occhi, mi rendo conto che Marivì ha ancora intatta la voglia e l’energia del primo servizio, nonostante siano passati undici anni.
E’ riuscita a farsi invidiare per questo lavoro che coincide con la passione, ma in fondo Lei ci è arrivata perché ci ha creduto davvero, a dispetto di tutto e tutti.
Buon proseguimento del “Viaggio” Marivì.

Foto di Marivì  (Tranne "monf" e "spain" di  Stefano Casati.)

Flap

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