Airforce
Categoria: Biker World

Colpisce subito l’occhio, una moto così, nessun colore, se non quel grigio del metallo con cui è costruita, l’estetica è dettata dalle forme, innovative morbide, eccitanti.
Nessun fronzolo solo quello che serve, e ci deve essere, integrato in una linea bellissima.


Airforce è stata progettata in memoria di Giovanni Ravelli: aviatore della Prima Guerra Mondiale, pilota di moto e uno dei fondatori di Moto Guzzi.
La linea s’ispira a uno dei suoi biplani e dal movimento Futurista dell’epoca, e la moto viene presentata nel 130º anniversario della nascita di Ravelli.

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La base di partenza è una Moto Guzzi LeMans 2 del 1982 trovata in un deposito del sud d'Italia.
Giaceva abbandonata a causa di un diverbio con un camion. Dimenticata, stava pian piano subendo gli effetti del sole e della salsedine.
Da qui Death Machine Of London è partita con una domanda: “Cosa avrebbe fatto Giovanni Ravelli?”.
Così, la carrozzeria lavorata artigianalmente, il telaio e ciclistica, ispirate al mondo dell’aeronautica, le scelte fatte durante la costruzione di Airforce, sono state influenzate dallo spirito di Ravelli.
Nonostante le condizioni generali, il potenziale era palese. Una volta trasportata nell’officina a Londra, si è proceduto al disassemblaggio. Il motore era ancora in ottime condizioni, senza nessun problema evidente. Smontato, ispezionato, pulito al vapore e riassemblato il basamento e il cambio, sostituendo cuscinetti, guarnizioni e qualsiasi parte usurata. Sono state ricostruite le testate e ottimizzato i flussi, affidato la carburazione a un paio di carburatori Dell’Orto da 36 mm con pompa di ripresa, modificati. E il tutto è completato dai cornetti di aspirazione e scarico libero realizzati da DMOL

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Il famoso telaio Tonti è un bellissimo pezzo d’ingegneria e design: maneggevole e stabile, segue perfettamente la traiettoria impostata. Ci si aspetterebbe una modifica limitata, giusto?
Ma il motto: “Cosa avrebbe fatto Giovanni?”, e il rispetto per lo spirito pionieristico dell’epoca, ha portato a modificare il telaio radicalmente. Giovanni avrebbe approvato.
Dopo aver rimosso ogni parte non necessaria, pulito e ricostruito la parte posteriore, è stato aumentato l’angolo di sterzo di 3 gradi. Il forcellone originale è stato sostituito per uno di derivazione California con capriata di rinforzo e monoammortizzatore, forse la prima del suo genere.
Per il colore del telaio e della ruota anteriore si è scelto “Airforce Grey”, un colore creato appositamente per questo progetto. Le ruote sono composte da mozzi di derivazione California - modificati, con cerchioni in alluminio da 21x3.00. Alla ruote posteriore è stata aggiunta una copertura in alluminio, realizzata artigianalmente. Il tutto è completato da gomme Firestone di design dell’epoca.

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Le piastre di sterzo sono di derivazione Cagiva, mentre le forcelle provengono da un’Aprilia RS250 con molle e steli modificati. Al posteriore è stato installato uno mono ammortizzatore  d’ispirazione aeronautica, specificatamente realizzato da Hagon per DMOL.
La frenata è affidata a un paio di Brembo a quattro pistoncini lavorati dal pieno, operati da una pompa Brembo RCS. I dischi di acciaio da 300 mm sono stati progettati e fabbricati da DMOL.

Ingegneria motociclistica di precisione.
Tutti i controlli di Airforce sono stati fabbricati da DMOL: tubi dei semimanubri, manopole e acceleratore interno, come anche i controlli a pedale (con l’eccezione del rinvio del cambio di origine Stucchi, ma anch’esso modificato).
Airforce è caratterizzata dal primo set di leve create interamente da DMOL: le Lever Type IN0. Lavorate al CNC in alluminio aeronautico, a breve disponibile come aftermarket.

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Airforce ha una centralina M-Unit con cablaggio dedicato per il controllo delle funzioni elettriche, un singolo proiettore allo Xenon e un fanalino posteriore al LED ubicato in un gruppo ottico in alluminio lavorato al CNC.
La strumentazione è stata ridisegnata con un processo di microincisione su argento al nickel e su ottone, con illuminazione radiale d’intensità regolabile LED.
Chitarre elettriche e amplificatori non esistevano ancora, ma i realizzatori si sono presi la libertà di immaginare che se i Foo Fighters fossero esistiti all’epoca, Ravelli sarebbe stato un loro fan. L’accensione, quindi, è affidata a un jack per chitarra elettrica con immobilizzatore integrato. Perché no?

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Carrozzeria artigianale in alluminio che dice una cosa sola: Velocità.
E finalmente arriviamo alla carrozzeria. Formata e saldata dal mastro artigiano di DMOL, l’intera carrozzeria è stata costruita utilizzando la tradizionale tecnica di realizzare uno scheletro di legno che viene poi ricoperto con pannelli lavorati su ruota inglese.
Questo processo lascia ovviamente minuscole imperfezioni nell’alluminio - segni di martello e saldature. Normalmente, questi vengono coperti con filler e verniciati. DMOL ha invece, deciso di lasciare il materiale nudo e semplicemente spazzolato, in linea con la tradizione aeronautica dell’epoca.

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La carenatura anteriore s’inserisce nel serbatoio, creando una linea continua e fluida. La curva concava alla base del serbatoio è stata lucidata a specchio, e riflette l’unica parte della carrozzeria che è stata dipinta: l’interno della carenatura.
Il puntale è in doppio foglio di alluminio e avvolge gli scarichi. La sella in pelle italiana è caratterizzata da un motivo basato sul movimento dell’aria, per porre l’accento sull’idea di velocità.

Airforce è stata costruita in un tempo record di 112 giorni, e ha fatto il suo primo debutto durante BikeShed 2017 a Londra. Perché quindi solo ora ne stiamo parlando? Perché aspettare tanto per raccontare la sua storia? Semplicemente perché poteva essere migliorata. Secondo i Customizzatori non si potevano lasciare alcuni dettagli così com’erano, anche se nessun altro oltre a loro avrebbe notato la differenza. Sarebbe stato molto più’ semplice non rifare il puntale o non ricostruire completamente le leve, ma non avrebbero soddisfatto il loro ideale di perfezione.

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Si sarebbe stato più’ facile. Ma come Giovanni Ravelli sapeva, la moderazione raramente passa alla storia.

Fotografie di Ivo Ivanov

Giovanni Ravelli
14 Gennaio 1887 - 11 Agosto 1919
Ravelli e Carlo Guzzi erano entrambi piloti dell'Aviazione Militare durante la Prima Guerra Mondiale. Qui incontrano il meccanico Giorgio Parodi e scoprono di avere in comune la passione per le moto. Decidono quindi di avviare la costruzione di motociclette.
Sfortunatamente Ravelli perì durante un volo di prova e non fu mai ufficialmente parte di Moto Guzzi. Ma i suoi amici Carlo e Giorgio gli resero omaggio, inserendo l’Aquila dell’Aviatore nel simbolo della loro nuova società: Moto Guzzi.

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