Categoria: Biker World

Questo titolo mi ricorda qualcosa, i latini direbbero "ripetuta iuvant" ma la classica ignoranza da mantetta che mi affligge mi impedisce di capire se è una brutta cosa o meno. Il Motor Bike Expo è arrivato ed è volato via in un attimo, una giornata cominciata alle luci dell'alba di un sabato, quando molte persone si prendono quella giusta pausa dalle faccende lavorative, e quando anche la mia lei mi ricorda che tanto sbattimento per vedere altri fenomeni simili a me non è poi tutta questa gran idea. Ma se ero intelligente non passavo le giornate in bilico con 100 cavalli in mezzo alle gambe!

La dichiarazione di partenza è: maledetta jella, il Bike Expo viene una sola volta all'anno!!!

Sta di fatto che alle nove del mattina già ci siamo, insieme ad una fila lunga e infreddolita di appassionati che già attende il momento di poter entrare in quella specie di piccolo mondo che solo il Motor Bike Expo sa creare, un mondo fatto di metallo, pelle, bancarelle, negozi, moto, carene e ruote a raggi, belle ragazze, cavalli e saltimbanchi, insomma un grande parco dei divertimenti che sempre meno lascia spazio alla delusione di qualcuno.



Eh già, perchè se una volta era la fiera del custom, quello di improvvisati costruttori, o customizer di grande fama ma relegati ad un settore ben preciso, ormai anche le grandi case sono capitolate. Con ben sette padiglioni a disposizioni, uno è andato ai big delle due ruote. Tra i presenti le quattro sorelle giapponesi Yamaha, Honda, Suzuki e Kawasaki, ma la vecchia Europa non è rimasta a guardare con Moto Guzzi, Aprilia, Ducati, Norton e Triumph. Non è mancata l'immancabile presenza americana con Harley-Davidson in pompa magna come sempre, ma anche i marchi Indian e Victory. Chiude il cerchio la giusta, doverosa presenza di Royal Enfield con le sue caratteristiche moto retrò.

Chi più di tutti ha ben interpretato il Bike Expo mettendo in mostra la parte ruvida della propria anima, sono state Moto Guzzi con la nuova collezione V7 e V9 e Triumph con la nuova gamma Bonneville e Trhuxton, che sembrano tutte uscite già dalle mani di grandi customizer. Anche BMW si è prsentata con uno stand dominato dalle molte versioni ritoccate della nineT, mentre Ducati ha voluto portare l'immancabile Land of Joy dedicato alla Scrambler, ma anche la nuova trabordante X-Diavel, con una versione molto customizzata, anzi... esagerata! Bene anche Yamaha, che con il suo Yard Build ha creato un angolo di passione in mezzo alla sua gamma di normale produzione, ma nemmeno Suzuki e Kawasaki si sono tirate indietro dal mettere in mostra i propri tatuaggi, con due belle rivisitazioni della Vulcan e dell'Intruder.



Il resto del mondo di Verona si è poi mosso velocemente, tra uno stand e l'altro si potrebbe dire che è come attraversare veloce in una sola giornata tutte le stanze della propria passione a due ruote, con meraviglie che piovono ovunque. Alcuni sembrano correre veloci tra una corsia e l'altra alla ricerca di qualcosa di preciso, ma il consiglio di sempre è quello di riscoprirsi un po' bambini, quando forme e colori nuovi, di qualsiasi tipo siano, sono in grado di attrarre l'attenzione e rapire la fantasia. Così invece di ritrovarsi in sella ad una moto ci si ritrova a rovistare alla ricerca della t-shirt giusta, o ad osservare uno strano tizio che si fa fare barba e capelli nel più strano dei modi, o una ragazza che areografa un serbatoio, e perchè no due tizi che ballano una strana danza cow-boy ai piedi di un bar ricavato in vecchio pulmino. E poi cosa? E poi i profumi dei mille chioschi che fanno salsiccia, hamburger, bomboloni o dolci di ogni tipo, un mondo di colori e profumi senza interruzione se non per quei pochi istanti in cui si passa da un padiglione e l'altro... sempre che nelle vicinanze non ci sia un chiosco.

Le ragazze? Belle si ma come recitava Renato Pozzetto in Lui è Peggio di Me "pericolose... belle ma molto pericolose", vestite da bad girl ma anche con il fare da bad girl, impegnate a contendere gli sguardi a qualche cromatura. Vergogna!



Non ho capito in quale momento io mi sia persoin tutto questo bailame, ma ricordo di essermi svegliato mentre meditavo di comprare una borsa e una sella custom nel negozio di Wild Hog, ben sapendo che io... non ho una custom!!! Mi salva la lungimiranza italica, perchè l'azienda italiana, come molte altre, con la nuova produzione strizzano l'occhio anche alle café racer, e forse ne avrò presto bisogno.

Gente, tanta gente da intasare a tratti qualche corridoio, specialmente nella zona del bazar, dove le immagini e i colori sono più forti e si vende di tutto, da parti di moto a vestiario di ogni genere, è difficile trovare un mercato coperto per la moto di questa dimensione, varietà e colore. Si può comprare di tutto, giubbotti, tute, pantaloni di pelle, pezzi di moto, custom o speciali, carene, stivali, scarpe, caschi di ogni genere, strani oggetti come targhe o guantoni da baseball (lo stavo per comprare ma non so perchè) e si, perchè no, anche moto! Bisognerebbe poter entrare e uscire più volte con una carta di credito inesauribile.

Il parco moto è stato anche quest'anno estremamente variegato, il custom non ha perso smalto ma sono i customizer italiani che fanno del café racer il loro regno a attrarre gli sguardi, con moto nate in qualche modo da qualche colpo di fantasia. Ci va di segnalare BBR Motorcycles di Brescia, o le Officine Sbrannetti con la loro creatura su base Moto Guzzi, o ancora gli amici Anvil Motociclette che hanno portato il pezzo più special che potrebbero portare... gli Anvil!



E' un mondo meraviglioso, che si vorrebbe non dover aspettare per quell'unica volta all'anno in cui si presenta, ma che l'attesa rende quasi un viaggio spasmodico in apnea, dall'entrata alle 9 per uscirne alle 18 senza aver capito perchè tutto è finito in quelli che sono sembrati pochi minuti.

Wolf

 

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