Categoria: Biker World

" Sodoma e Gomorra"

A ripensarci dopo esserci stato, non avrebbe fatto male uno di quei predicatori che si possono vedere nelle strade delle città americane, sopra una cassetta improvvisata a pulpito, che urlando e infervorandosi nel piazzale davanti all'ingresso del Bike Expo, redarguiva la folla più variopinta immaginabile con "Salvate la vostra anima, non entrate nella fiera del peccato, aborrite le tentazioni del cromo e del carbonio... via da Sodoma e Gomorra!!!".

Il primo bilancio di questa visita al Bike Expo di Verona è ampiamente negativa... sono più povero! La seconda è 'splendida'! Si può eleggere senza dubbio a quanto più vicino ci possa essere al motociclista. Dopotutto non stiamo a raccontarcela, il 'guardare e non toccare' non è mai piaciuto a nessuno, e la fiera milanese è davvero tutta lustrini e vetrine. Questa fiera invece è un tale insieme di colori, di cose che stavi cercando da un pezzo, di moto che volevi toccare senza apprensione, di oggetti a prezzi stracciati che per portarli tutti a casa dovresti accendere un mutuo... che davvero non si vorrebbe mai uscire.
Comunque partiamo con questo tour virtuale da qui sotto (e ditemi se non si parte bene).



Il contesto
Non sapevo come chiamarlo ma credo sia importante descriverlo. Cancellate dalla vostra mente le riviste patinate e le vetrine tirate a lucido e concentratevi sulle origini della fiera. Bene, forse i customisti storceranno il naso per la nostra intrusione, ma credo che lo spirito sia stato mantenuto. Attraversando i padiglioni, meno splendenti e moderni di quelli di Milano fiera, si usciva da un mondo colorato e si entrava in tutto un altro. E tra ognuno di questi i classici profumi dei banchetti con porchetta, spiedini, bombolini, carne alla griglia e quanto più di fieristico, la fiera da paese quella vera, si possa respirare. Entri in uno stand e ti trovi la Ducati MotoGP di Valentino, attraversi la porta e ti trovi in un altro mondo dove i colori dominanti sono il nero e il cromo, poi esci e rientri e ti trovi davanti un pickup americano anni 50 o 60... ok ragazzi, alzi la mano chi non ne vorrebbe avere uno del box... si a parte i 5000cc di motore da mantenere. Entri nello stand Kawasaki e ci trovi in mezzo un gruppo rock che suona. Ti volti a destra e c'è una specie di curga che torreggia sopra di te, mentre a destra il classico smilzo nervosetto alla ricerca dell'ultima superbike.
Le ragazze? Beh scegliete, maggiorata in tutina brillante o dark tatuata in un corpetto? Mi rimbomba ancora nelle orecchie "via da Sodoma e Gomorra!!!".

L'organizzazione
Direi buona ma con qualche pecca qua e là, nulla di ecclatante, ma 3 tornelli all'entrara e una sola entrata per chi aveva comprato il biglietto su ticket one ha creato un caotico ingorgo al momento dell'apertura cancelli. Il guardaroba non disponibile non ce lo aspettavamo, visto che dal parcheggio all'ingresso un po di strada c'era, ma nei padiglioni faceva abbastanza caldo sarebbe stata buona cosa, pagando il dovuto giustamente. Uscita dal parcheggio un po ad imbuto, con 2 persone ad un unico cancello per incassare il dovuto.
Ma da qui in poi le note positive partono e sono molte di più di quelle negative. Parcheggio 8€! Complimenti a Verona fiera, ok il prezzo è giusto, non fatevi mettere strane idee in testa da Milano. Ristoro? Ampio, a buon prezzo e estremamente vario,  lontano dai soliti 10 panini da autogrill. Spazio eventi enorme e con ottima visibilità. Potrei continuare per un po', ma sappiate che questi ragazzi ci sanno fare, e se non perdono la bussola, hanno trovato la formula d'oro, il ritorno alle origini.



Le presenze
Beh dobbiamo dire che siamo rimasti piacevolmente sorpresi dalla presenza di diverse case in tono quasi ufficiale, le più organizzate probabilmente erano Suzuki e Yamaha, avevano più di tutte un tono ufficiale, anche se in questo contesto forse stonava un po', bello soprattutto lo stand Suzuki, strutturato come un locale chiuso e con un esposizione davvero ben curata. Dall'altra parte però faceva gran mostra di sè lo stand Ducati con i ragazzi del Ducat Life in grado di dare un colore e un calore davvero unici. Non ha aiutato molto Suzuki mettere una bellissima speaker che ha tradotto la sigla GSXR in un improbabile MFSR qualche cosa.
Lo stand però che più ci ha colpiti è stato quello della Head Banger. Davvero molto curato, con uno stile un po cowboy e un palco rock degno di un grande raduno di biker. In più un paio di modelli delle prestigiose custom italiane sono colpevoli di mettere particolarmente in risaldo le curve delle fanciulle in gonnellino e scarpe da tennis, che "avrebbero" dovuto fare da ornamento.
Non possiamo ovviamente dimenticare, visto che è praticamente a casa, lo stand Harley Davidson. Non avevamo ben compreso il senso dei due energumeni all'ingresso, pensavamo che fossero solo deputati a regolare l'entrata, ma quando si è scatenato il parapiglia tra due biker troppo accalorati... abbiamo capito.
Poi vorrei segnalare un sottotitolo al buon Crepaldi per la sua adrenalinica CR&S DUU, e cioè: 'dove mi metti, faccio comunque un figurone', in dialetto milanese ovviamente. Non mi meraviglierei se mi dicessero che diversi customizer estremi si sono fermati ad ammirarle e a stringere la mano a Crepaldi.
Accessori e vestiario? Beh a parte le decine di espositori di ottimo abbigliamento in pelle per biker "cromo e pelle" da cui era possibile comprare direttamente (produttori per noi power ranger prendete nota), abbiamo trovato un'ottimo stand Sidi e la sua esposizione, GiMoto con uno stand ben riuscito completo di dimostrazione del nuovo sito che guida il cliente a prendersi le misure necessarie per una tuta realizzata ad hoc senza necessità di recarsi in sede, TCX per gli stivali, Febur produttore italiano di parti speciali, Giuseppe Preti produttori di parti in carbonio davvero molto ben curate, GPR che ci ha stupito con una gamma di scarichi con design davvero grintoso e con materiali che suonano come oro all'orecchio del motociclista, e poi molti altri.



La tendenza
La tendenza per le case di custom, per noi power ranger, è la pazzia più totale. Ho visto cose meravigliose, probabilmente inguidabili, ma vicine a opere d'arte. In una delle foto vedrete anche un customizer decorare una moto a mano libera... artista. Nel mondo delle moto stradali e sportive grande spazio alle parti speciali, c'è forse voglia di una moto personale unica, mentre le case giapponesi continuano l'assalto alla fascia sport touring con le proposte di Honda e Kawasaki. Le due case vogliono posizionare il livello base sulle due categorie, 600 e 1000, per tornare a primeggiare dopo le batoste prese da BMW e dalle case europee.

Il portafogli
Ahimè, vuoto a fine giornata.

Giudizio
Impossibile non tornarci

Buona moto a tutti
Wolf

 

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