“Il Cavaliere Elettrico”
Non ho mai amato i congegni elettrici e le diavolerie da collegare alle moto, ho sempre pensato al Motociclista duro e puro che sopporta le intemperie stoicamente.


Facile da giovani, ma col passare degli anni si apprezza di essere coccolati e aiutati dall’evoluzione tecnica.
Ben vengano quindi sistemi di sicurezza come ABS, Traction Control e similari.
Altrettanto bene accetti interfoni, navigatori e manopole riscaldate.
I puristi storcano pure il naso, se non ci sono ne faccio a meno, ma se ci sono perché soffrire?
Così questa volta mi trovo alle prese con un Gilet riscaldato, non una novità assoluta, capi riscaldati sono in commercio da anni, ma spesso il limite sta nei collegamenti alla batteria della moto che risultano scomodi e a volte pericolosi.



Ora gli accumulatori sono diventati più piccoli e così è possibile rendere autonomo un capo senza nessun collegamento esterno.
Questo è il caso di WarmMe, questo gilet che Capit ha presentato all’ultima EICMA e si basa sulla tecnologia impiegata dall’azienda, Leader nel settore termocoperte, applicata a un capospalla che può facilitare la vita del motociclista invernale.
Il tessuto di un morbido materiale tipo soft-shell, quindi water-proof e wind-block, si presta ad essere indossato sotto alla giacca da moto o al giaccone.
In effetti, più viene indossato in uno strato vicino alla pelle maggiore è la percezione di calore, ma comunque una volta creati il microclima lo stesso viene mantenuto dal gilet stesso in maniera adeguata.
Un gilet elegante con due tasche esterne, chiuse da cerniere, pratiche per riporre piccoli oggetti soprattutto nel caso venga utilizzato come capospalla giù dalla moto.
Due cerniere laterali poi possono modificare la larghezza del capo fino a una taglia, così da poterlo adattare in maniera precisa al proprio corpo e all’abbigliamento indossato.



Una tasca interna, chiusa da velcro, con una pratica fettuccia di apertura tricolore, ospita la batteria di ridotte dimensioni e sufficientemente leggera tanto da non disturbare ne infastidire.
Batteria di ridotte dimensioni che è il cuore del sistema che alimenta tre morbide piastre, due sul petto e una sul dorso che sono gli elementi riscaldanti del modulo.
Le piastre sono quasi impercettibili e si piegano come un tessuto normale, se non si vedessero attraverso la fodera interna non ci si accorgerebbe quasi della loro presenza.
All’esterno un pulsante al lato cuore tradisce la vera entità di questo capo.
Una pressione di qualche secondo e il morbido pulsante in gomma si accende in “Rosso”, testimone dell’accensione alla massima temperatura (Circa 38°).
Basta una seconda pressione per passare al livello “Giallo” (circa 33°) e una successiva per passare al “Verde” (circa 28°) e così via in sequenza per i tre livelli.

Per spegnere il sistema è sufficiente tenere premuto il pulsante per qualche secondo.
Ovviamente a seconda della temperatura richiesta anche la durata cambia, un po’ meno 2 ore in “Rosso”, 3 ore in “Giallo” e circa 5 in “Verde”.
Una volta scarica la batteria può essere ricaricata in poche ore con un normale caricabatterie, tipo cellulare, in dotazione.



Scettico come sempre ho provato ad utilizzarlo sia in moto che durante manifestazioni dove il corpo caldo poteva far piacere, magari nel freddo box o in alcuni eventi dove il dentro-fuori dai Padiglioni rendeva scomodo l’utilizzo di un giaccone.
Naturalmente ho iniziato chiedendo le massime prestazioni, ma in realtà mi son reso conto che, soprattutto in moto con abbigliamento tecnico, una volta data “una prima botta” con il “Rosso”, la temperatura garantita dal livello “Verde” era più che sufficiente per garantire un ottimo confort al corpo.
Il “Giallo” come sempre sta nel giusto mezzo, ma poi queste scelte sono personali e dettate dal tipo di attività che si svolge.
Le durate promesse sono state confermate anche dal test che ha evidenziato però l’utilità di una seconda batteria di scorta, richiedibile come optional, da tenere in tasca se la giornata in moto o l’escursione diventa lunga.



Certo trovare il bottone sotto la giacca da moto diventa difficoltoso come riconoscere al tatto la temperatura impostata, ma questo non credo sia risolvibile e nemmeno un grande problema.
Capo promosso e anche se non indispensabile una volta che si è deciso per l’acquisto vi assicuro che le occasioni per usarlo si trovano senza problemi.
Sto pensando ad esempio ai pescatori, ai ciclisti, agli amanti delle passeggiate e degli sciatori che a volte condividono anche la passione per la moto, ma anche semplicemente a chi ha da fare qualche lavoretto in giardino o nel box e non soffrire come nemmeno imbacuccarsi come un eschimese.
Credo anche nella potenzialità di questo capo per gli irriducibili pendolari che in Moto e Scooter affrontano quotidianamente il percorso casa/lavoro, persone a cui WarmMe potrebbe rendere più confortevole il tragitto.
Insomma un altro piccolo aiuto dalla tecnologia che avanza.

Dettagli tecnici e ulteriori informazioni su sito CAPIT

Flap

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